Sorpresa, anche i commercianti cinesi si arrendono alla crisi.

Nei giorni scorsi è successo al bazar di via Sant'Alenixedda, sette vetrine sulla strada, 250 metri quadri di esposizione di articoli per la casa, materiale elettrico e oggettistica varia.

Tolte le insegne, l'interno oscurato dalle serrande abbassate, a ricordare l'attività del giovane imprenditore asiatico sulla facciata sono rimaste le lanterne un po' scolorite che, comunque, fanno tanto "made in China".

È solo l'ultimo di una lunga serie cominciata già da qualche anno e che non sembra avere fine.

Ma la cosa più assurda, addirittura paradossale, è che la contrazione delle vendite, nei negozi cresciuti come funghi appena un ventennio fa, è dovuta alla concorrenza. Non quella "occidentale", sia chiaro, bensì quella cinese.

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