Il 29 ottobre è la giornata mondiale dell’ictus. Oggi al T-Hotel di Cagliari, a ridosso dell’evento, si è svolto il convegno “L’ictus in Sardegna”, al quale hanno partecipato circa 100 operatori del settore provenienti da tutta l’Isola. Presente anche il responsabile scientifico dell’incontro, il dottor Maurizio Melis, direttore del dipartimento Neurologia e Riabilitazione dell’ARNAS Brotzu.  

«Ogni anno celebriamo il 29 ottobre per richiamare l’attenzione sull’ictus, una patologia tempo-dipendente che i cittadini devono essere in grado di riconoscere. In Sardegna, anche se abbiamo il dono della longevità, è fondamentale la prevenzione», spiega Melis. Infatti più rapidamente si interviene in corso di ischemia (possibilmente entro 4.5-6 ore dall’esordio dei sintomi) e più cellule cerebrali si possono salvare, favorendo una migliore ripresa. Gli ultimi dati pubblicati ieri dall’Agenas parlano di circa 80.000 pazienti ricoverati in Italia con diagnosi di Ictus Ischemico, poco più di 2000 in Sardegna. «Ma un buon 40% di questi non è stato ricoverato nelle Stroke Unit, strutture con personale dedicato. E la percentuale non cambia nel resto del Paese», sottolinea il responsabile scientifico, secondo il quale «per i cittadini è ormai fondamentale riconoscere i sintomi dell’ictus, diversi da quelli ben più noti dell’infarto».

Spesso il campanello d’allarme scatta con un malessere «improvviso e brutale», che può comprendere difficoltà a muovere uno o più arti, un’asimmetria del viso, la presenza di violenti formicolii che interessano una parte del corpo, un disturbo del campo visivo o una cefalea mai avuta prima. «I questi casi – continua Melis – è necessario chiamare immediatamente i soccorsi». Ma a supporto di qualsiasi trattamento della fase acuta deve esserci un attento lavoro di prevenzione che non può non passare dalla dieta e dall’attività fisica. «È necessario controllare il diabete ed evitare una vita sedentaria. Poi – specifica il medico – ci sono delle situazioni particolari come l’ictus giovanile dove intervengono fattori di natura genetica o traumatica».

Per lo sport via libera alle attività all’aria aperta e alla palestra, purché sempre controllate da un professionista «perché anche gli eccessi sono pericolosi. In realtà può essere sufficiente anche mezz’ora di camminata. Per l’alimentazione, in Sardegna – per fortuna – la nostra dieta ci consente di star tranquilli ma attenzione all’assunzione di formaggi per il colesterolo», conclude il neurologo. 

Il convegno è stato organizzato all’interno delle iniziative dell’Italian Stroke Association e di Angels, gruppo internazionale che mira a migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti colpiti da ictus e a garantire loro una vita senza disabilità.

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