Non allenta la morsa del Covid sull’Isola, e il sistema di emergenza del sud Sardegna, con la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, va in tilt.

Ieri lunghe file di pazienti “parcheggiati” nelle ambulanze sotto il sole, fuori dagli ospedali, in attesa dell’esito del tampone, con medici e operatori del 118 sotto stress.

La situazione è complicata: il Binaghi e il Santissima Trinità, gli unici due ospedali in grado di accogliere i malati di coronavirus, non hanno un letto libero. Al Santissima Trinità si corre ai ripari chiudendo i reparti "normali" per destinarli ai pazienti Covid, e al Brotzu si fa un salto indietro sino a gennaio con l'istituzione di un "repartino" dedicato.

Attualmente ci sono 168 pazienti con il virus ricoverati (90 al Binaghi e 78 al Santissima Trinità), il 93% non è vaccinato e l’età media è 50 anni. Secondo i medici non dovrebbero essere poste alernative: vaccinarsi mai come ora diventa necessario.

I NUMERI – Nelle ultime 24 ore l’Isola ha registrato altri due morti e 313 nuovi contagi da Covid, sulla base di 3.234 persone testate. Complessivamente, fra molecolari e antigenici, sono stati processati 6.834 tamponi con un tasso di positività che si attesta, dunque, 4,5 per cento. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 20 (+1), quelli in area medica 190 (+11) con 7.498 (+73) persone in isolamento domiciliare. 

CURE DOMICILIARI – Nel frattempo l'assessorato regionale alla Sanità corregge il tiro e cerca di far rientrare sul nascere le polemiche sulle terapie domiciliari anti Covid inviate nei giorni scorsi ai medici di medicina generale della Sardegna ma non validate né dal Ministero, né dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. Nella casella di posta certificata dei medici di famiglia dell'Isola è infatti arrivata ieri mattina una seconda mail su richiesta dell'assessore e del direttore generale dell'Assessorato alla Sanità in cui si precisa che “l'invio della relazione, contenente i protocolli adottati in varie regioni italiane, è avvenuta per puro scopo divulgativo e non certamente impositivo”.

Una nota che non ha però calmato le acque, ma anzi convinto il sindacato dei medici Fimmg ha sollevare ufficialmente il caso. “Proporre ufficialmente, anche solo scopo informativo, protocolli terapeutici alternativi – spiegano i camici bianchi - peraltro neppure approvati, rischia di far scricchiolare l‘affidabilità del sistema di assistenza domiciliare”.

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