È un fronte unico, quello dei macellai, tutti schierati contro il nemico comune della carne sintetica. Il governo italiano per ora ha ordinato lo stop, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove il via libera è arrivato, così come in altri Paesi del mondo. Ma lo spauracchio dell’apertura delle frontiere alla “bistecca da laboratorio” spaventa i lavoratori del settore, in un momento storico in cui già si registra una frenata nelle vendite. Al mercato San Benedetto di Cagliari ci sono pochi dubbi: «Anche forti mangiatori di carne», spiega Antonello Lai, uno degli storici “boxisti” della macelleria, «son diventati vegani o vegetariani. Negli anni ‘60 qua si faceva fatica a passare: c’era la stagionalità e l’attesa per i prodotti del periodo. Ora qualsiasi alimento è presente tutto l’anno e in tanti comprano nella grande distribuzione».

Ecco che il rischio, secondo l’operatore, diventa quello di un’ulteriore sottrazione di clientela: «La nuova generazione ha bisogno di cose nuove: sicuramente la proverebbe». Il motore trainante per la carne sintetica, dunque, sarebbe l’attrazione per la novità, come rileva anche Maurizio Loi: «Molti non vogliono più nemmeno questa carne, figuriamoci quella sintetica. Probabilmente qualcuno solo per curiosità». Eppure non tutti si lasciano sedurre dalle innovazioni in campo alimentare, e per il macellaio è immediata la connessione con la famigerata farina di grilli: «Stanno superando ogni limite», dice ancora, «tra carne sintetica, vermetti, insetti e cavallette. Io preferisco vendere treccia, trattalia e zampine d’agnello con le animelle, che forse è meglio». 

La sfida è appena cominciata, ma anche un altro “sanbenedettino”, Sergio Masella, punta sul locale e ne rivendica la superiorità mentre prepara qualche hamburger: «Uno di questi, fatti in questo momento, me lo vuoi fare sintetico? Non riesco a capire». Non si schiera apertamente a favore del divieto, «se uno la vuol mangiare che se la mangi», ma di certo non entrerebbe nel suo box: «Io non ho mai venduto nemmeno quella congelata. Noi abbiamo sempre preferito lavorare le carni fresche per dare un servizio pulito ai clienti: litigavamo per avere la merce migliore». 

Discorso diverso per Mariano Cannas, che ne fa una questione nutrizionale: «In Norvegia e nei Paesi del Nord hanno rilevato che la carne sintetica non ha proteine digeribili, quindi a lungo andare sarà un problema grosso». Meglio quindi puntare sulla tradizione: «Non possiamo buttarla via. Lo stesso vale per gli insetti nell’alimentazione: li mangiavano gli antichi, ma la storia non si ripete». 

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