Sono 137 gli operatori socio sanitari che avevano chiesto la stabilizzazione rientrando nella graduatoria degli idonei. La Asl di Cagliari li aveva contrattualizzati a tempo determinato, tra la fine del 2020 e il 2021, attingendo da una graduatoria per titoli dell'ospedale Brotzu. 
La fase più buia dell'emergenza Sars-Cov-2.
Era la fine 2020, il virus un nemico ancora completamente sconosciuto, la nebbia della paura a disorientare l'umanità intera, mentre la nuova semantica della pandemia chiamava "eroi" gli operatori sanitari e i reparti, traboccanti di positivi Covid, erano le trincee di una guerra contro un nemico spietato e invisibile. 
Di questa quota di 137 piccoli eroi quotidiani, idonei alla stabilizzazione, reclutati negli ultimi tre anni dalla Asl 8, con contratti trimestrali e semestrali in deroga fino al 30 settembre, soltanto 80 saranno stabilizzati a partire da ottobre. Gli altri 57, a parità di punteggio e priorità di assunzione, per avere maturato almeno 18 mesi di servizio nel corso degli ultimi otto anni e almeno sei mesi durante l'emergenza Covid, si vedono negata la prospettiva di un futuro lavorativo stabile. Così, impone la normativa, almeno il 50 per cento delle nuove assunzioni deve avvenire tramite concorso, come spiega il direttore generale della Asl cagliaritana, Marcello Tidore; dunque, dal 10 ottobre partirà la preselezione al concorso disposto da Ares per l'assunzione di 57 operatori socio sanitari in tutta l'Isola, a cui si sarebbero già candidati in 6700,  tantissimi da altre regioni.

Alla Asl di Cagliari i 57 "esuberi dell'emergenza sanitaria" saranno sostituiti da 5 nuovi assunti.

  
Ad  esprimere la rabbia degli Oss, tagliati fuori dalla stabilizzazione, è Daniela Meloni, 51 anni, da gennaio 2021, oss al reparto Medicina dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari: «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di rinnovo, fino ad oggi, per vie traverse sappiamo che saremo prorogati per altri tre mesi. Nessun rispetto per le nostre 57 famiglie. Ci sentiamo usati e ora, come stracci vecchi, gettati nella spazzatura. Per tre anni, complicatissimi, non ci siamo tirati indietro, abbiamo risposto alle chiamate reiterate di Ats, per le nuove ondate Covid, fino a dicembre 2022  raggiungendo così i 18 mesi di anzianità di servizio che  ci hanno permesso di chiedere la stabilizzazione, continuando poi con le successive proroghe di tre mesi in tre mesi. Adesso tutto questo per la normativa vigente è ininfluente e non conta nulla neppure l'etica e la dignità del lavoro e dei lavoratori. Mi chiedo a cosa servano la politica e le strategie aziendali della nostra Asl 8. Chiediamo di continuare a lavorare e che ci venga riconosciuto l'impegno e l'abnegazione dimostrati durante questi anni di pandemia». 

Continua Francesca Locci, 46 anni, oss del reparto di Cardiologia del Santissima Trinità: «Se già sapevano a monte di poterne stabilizzare solo 80, perché hanno fatto una graduatoria di 137? Per illuderci? Vorremmo sapere: che fine faremo? E quanto vale la nostra dignità, prima ancora come persone e poi come professionisti. Perché questa discriminazione sta ledendo in primis la nostra dignità e a seguire la nostra salute, ben menzionata nell'art 32 della Costituzione italiana».

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