Alla fine gli emendamenti miliardari per realizzare il mega impianto eolico in mezzo al mare del Sulcis sono stati ritirati. I resoconti della Commissione Bilancio del Senato registrano un dietrofront spontaneo da parte dei cinque presentatori, quattro del gruppo Lega-Psd'az e uno di Forza Italia.

Regalo miliardario

I due emendamenti, sino ad oggi blindati negli uffici parlamentari di Palazzo Madama, rappresentavano di fatto un vero e proprio regalo miliardario per la Ichnusa Wind srl, la società che ha presentato un anno fa il progetto al Ministero dell'Ambiente per piazzare in mezzo al mare, davanti all'isola di Carloforte, ben 42 pale ciclopiche, alte 300 metri l'una. Emendamenti ritirati, sia il "2.5" dei senatori Faggi, Ferrero, Testor e Tosato che il "2.6" di Damiani.

Sardegna esclusa

Il testo del decreto, presentato dal governo e all'esame del Senato, non cita mai la Sardegna. Nemmeno un euro destinato all'Isola. Un provvedimento del Governo Draghi finalizzato alla creazione di un fondo complementare e aggiuntivo al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un decreto per compensare le richieste non accolte nel Recovery plan.

Isola nemmeno ripescata

La sostanza è esplicita: la Sardegna, già abbondantemente esclusa dal Recovery, risulta tagliata totalmente fuori anche dal decreto aggiuntivo. All'Isola dei Nuraghi hanno, però, "pensato" questi sconosciuti senatori della Repubblica che hanno benvisto di proporre un articolo aggiuntivo che, secondo le cifre indicate negli emendamenti, non ha precedenti nella storia repubblicana.

Cifre da capogiro

I due emendamenti aggiuntivi proposti dai senatori, analoghi anche nelle virgole, prevedono, infatti, uno stanziamento complessivo per foraggiare il mega impianto eolico a mare in Sardegna di 1,5 miliardi di euro. Una cifra da erogare dal 2022 sino al 2029.

Soldi per società privata

Risorse tutte da destinare, secondo gli esponenti della Lega-Psd'az e Forza Italia, al mega parco eolico proposto da una società privata candidata a realizzare quello scempio in mezzo al mare sardo. Una proposta correttiva del decreto che richiama esplicitamente l'unico progetto da 500 mega watt presentato al Ministero della Transizione ecologica.

Nomi e cognomi

Un piano con nomi e cognomi e un intreccio incredibile di scatole cinesi tutte legate a Giuseppe Gino Carnevale, l'amministratore unico della "Ichnusa Wind srl" e a Luigi Severini, l'ingegnere-immagine del progetto.

Il regalo eolico

Il testo del regalo previsto dai senatori era ciclopico: «Al fine di costituire un polo energetico in Sardegna per il potenziamento della rete elettrica in mare al fine di risolvere i problemi della rete attuale, quota parte delle risorse di cui al presente articolo, nei limiti di 100 milioni di euro per il 2022, 300 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026, 200 milioni per ciascuno degli anni 2027 e 2028 e 143 milioni per il 2029 sono destinate alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili in mare con una capacità superiore a 500MW, ivi incluso il relativo studio di fattibilità».

Malloppo & sponsor

Un malloppo eolico senza precedenti per una somma complessiva di un miliardo e 543 milioni di euro. Resta da capire per quale motivo i due primi firmatari degli emendamenti, poi ritirati, entrambi pugliesi, fossero così interessati a realizzare nel mare sardo una tale devastazione eolica. Per un caso il progettista e socio di quel progetto è nato a Taranto, nella stessa regione dei senatori. Resta un dilemma: per quale motivo, con tutte le coste di cui gode la Puglia, volevano realizzare quello scempio nell'Isola di Sardegna? 

Mauro Pili

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