Una «insolvenza perdurante» attualmente in corso, operazioni «speculative» con «cessione di quote e asset aziendali». Punti poco chiari indicati dal pubblico ministero Andrea Schirra sulla società "Energit", nata in città nel 2000, venduta nel 2006 alla svizzera Alpiq e ora in gravi difficoltà dopo l'annunciato - e poi bloccato - progetto di fusione con la Enetronica, azienda industriale quotata in Borsa che opera nel settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Il magistrato ha puntato il dito contro una serie di movimenti societari, vendita di azioni e operazioni ritenute opache che potrebbero aver contribuito a portare l'azienda nell'attuale situazione di grave crisi. Nel mezzo, vittime incolpevoli, i dipendenti. Messe insieme tutte le notizie di stampa sulla vicenda, il magistrato ha segnalato la vicenda al procuratore aggiunto Gilberto Ganassi ritenendo meritasse un approfondimento. È il preludio alla possibile apertura di un'inchiesta, tutto è nelle mani del pm Andrea Massidda.

Appena lo scorso gennaio i 50 lavoratori si erano proposti di acquistare la società, la cui cessione alla Enertronica era naufragata qualche mese prima per la scoperta di un presunto problema nei conti. Eppure Energit, nata per vendere energia, era partita bene: lavorava con privati e aziende e aveva raggiunto 30 mila clienti per un fatturato di 100 milioni nel 2006. Tre anni dopo era stata acquisita dalla Alpiq, poi erano cominciati i problemi: nel 2012 la liquidazione e 63 posti di lavoro a rischio. Nel 2013 era arrivata Onda Energia, che aveva fatto sua la società. Il fatturato nel 2014 aveva toccato gli 84 milioni, poi a inizio 2015 era arrivato il taglio del personale, sceso a 50 unità. A metà anno ecco comparire la Enertronica di Frosinone, che voleva comprare il 51 per cento della società. Ma le buone intenzioni erano svanite a dicembre per costi elevati e «valori del conferimento» diversi da quanto previsto.

Nel frattempo nell'estate precedente l'azienda era passata sotto il controllo di "Onda srl", il cui titolare era anche amministratore di "Sinergia R&S srl" (socia di Onda). Quest'ultima aveva ceduto il 90 per cento di Onda alla lussemburghese "Diana Sa" per un euro lo stesso giorno in cui Onda aveva creato la "Blocco 4 srl". La Onda risultava divisa tra Diana Sa (col 90 per cento delle azioni), la "Rolpena Limited" e la "Eurospark". A settembre altro passaggio di quote mentre poche settimane fa la Finanza ha sequestrato 181 milioni di euro a Roberto Giuli, in corsa per entrare in possesso del 51 per cento delle azioni e indagato a Milano per presunte truffe ai danni di Snam Rete Gas.

An. M.

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