Prima svolta nel giallo sulla sorte di Cristian Farris, il calzolaio di Orroli sparito nel nulla il 21 ottobre e il cui furgone è stato ritrovato bruciato il giorno dopo a pochi chilometri dal paese con all'interno il suo telefonino.

SI INDAGA PER OMICIDIO - Dopo la relazione dei carabinieri di Isili, i magistrati della Procura di Cagliari stanno indagando per omicidio, ovviamente a carico di ignoti. Il che non significa però dare per scontato che il 27enne sia morto: l'apertura del fascicolo con l'iscrizione dell'ipotesi di reato si è infatti resa necessaria per poter procedere alle attività d'indagine ancora in corso, altrimenti tecnicamente impossibili. Resta però la sensazione, suffragata dagli indizi sin qui raccolti, che col passare dei giorni gli inquirenti si stiano preparando allo scenario peggiore: quello di un possibile delitto con occultamento di cadavere. Ipotesi alla quale non vuole credere la madre del ragazzo, Giulia Sulis: "Io sento che è ancora vivo - ha ribadito ieri -, sino a quando non mi portano il corpo per me è vivo e continuerò a cercarlo".

RILIEVI E TABULATI - Il riserbo sull'indagine è totale. Ma qualche indiscrezione filtra. Nei prossimi giorni saranno eseguiti rilievi scientifici minuziosi sul Daily Iveco utilizzato da Cristian per raggiungere l'ovile di famiglia che è stato ritrovato bruciato il 22 ottobre vicino al ponte di Escalaplano. Ma non sarà facile raccogliere elementi utili: l'interno del furgone è andato completamente distrutto e il fuoco pare aver cancellato ogni traccia. Gli investigatori sperano che si riesca a trovare qualcosa all'esterno, sulla carrozzeria, nelle parti meno danneggiate dalle fiamme. Ma non sarà facile. Un altro fronte importante dell'indagine riguarda l'analisi dei tabulati telefonici per risalire agli ultimi contatti avuti da Cristian prima della scomparsa. Ma anche qui non sembrano esserci buone notizie: il traffico in entrata e uscita, che si sta ancora analizzando, non avrebbe dato sinora spunti decisivi. Anche perché c'è da considerare che Cristian Farris, come confermato anche dalla madre e dagli altri familiari, comunicava prevalentemente con il programma di messaggistica istantanea WhatsApp, le cui chat sono andate perdute per sempre insieme al suo inseparabile Huawei letteralmente squagliato dal fuoco.

GLI INTERROGATORI - Accertamenti tecnici che proseguono di pari passo con le indagini tradizionali. In questi giorni i carabinieri della compagnia di Isili stanno sentendo nuovamente amici e parenti del ragazzo per ricostruire nel dettaglio tutti i suoi movimenti prima della scomparsa. Le ultime persone a vedere Cristian sono stati dei vicini di casa che lo hanno incrociato a bordo del Daily sulla stradina per l'ovile poco prima delle 20. "Ci ha salutato con un cenno ma sembrava avere molta fretta", hanno raccontato. Qualche ora prima invece il calzolaio aveva detto a un amico che quella sera doveva andare a cena fuori paese, senza però specificare dove e con chi. Inoltre nel pomeriggio Cristian aveva incassato in banca un assegno di un cliente di Escalaplano da 730 euro. Di certo c'è che alle 20.12, quando la madre Giulia gli ha mandato un messaggio vocale per chiedergli se sarebbe andato a cena, il suo telefonino era già spento.

PASSATO BURRASCOSO - Ovviamente si scava anche nel passato del giovane, piuttosto burrascoso. Nel giugno del 2013 Cristian Farris era stato arrestato a Iglesias insieme a un compaesano per il possesso di un fucile a canne mozze e il furto di uno scooter. Secondo i carabinieri, che li avevano intercettati per caso, stavano per mettere a segno una rapina. Uscito dal carcere si era messo a lavorare in campagna e poi aveva avviato l'attività di calzolaio, che pare stesse andando bene. Il carattere però è sempre rimasto fumantino e anche di recente pare che avesse avuto dissidi con alcune persone. "Ha amici e nemici come tutti", aveva detto la madre Giulia. Ecco, qualcuno di loro sa probabilmente che fine ha fatto.

Massimo Ledda

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