Il paradiso dei gatti è un centinaio di metri sopra il livello del mare del Poetto. In tutta la città sono più o meno tremila, uno ogni cinquanta abitanti. La proporzione a Castello raddoppia: uno ogni venti residenti. E la tendenza si rafforza mese dopo mese. A Castello vivono liberi, bevono dalle fontanelle e c'è sempre una mano pietosa che garantisce loro pranzo e cena. I guardiani del centro storico presidiano le strade principali e i vicoli, in simbiosi con gli uomini. Passeggiano in Piazza Palazzo, davanti alla prefettura, accettano di buon grado le foto scattate da turisti sorpresi fino a diventare simboli del quartiere storico per eccellenza.

LE COLONIE FELINE - Se ne contano trecento sparse per la città ma solo centosettanta hanno ottenuto il timbro del Servizio igiene urbana veterinaria della Assl. Qualche mese fa ci fu un accenno di polemica per il proliferare di gatti. Il timore era legato a rischi sanitari. Sandro Piga, responsabile del reparto Malattie infettive del Santissima Trinità, chiarì i termini del problema: «Il gatto può essere un vettore di malattie come la toxoplasmosi, un protozoo in grado di creare problemi al sistema linfatico ma che normalmente rientra senza alcuna conseguenza. Si contrae con le feci ma nel caso dei felini, che si puliscono leccandosi, il contagio può avvenire tramite la saliva. Un'altra patologia è quella chiamata ''malattia da graffio'' che si cura con gli antibiotici. Siamo qui da trentacinque anni ma non abbiamo mai avuto situazioni troppo critiche dovute al rapporto gatto-uomo».

(foto Paolo Paolini)
(foto Paolo Paolini)
(foto Paolo Paolini)

I PROGENITORI - Mariola Pitzalis creò dal nulla la colonia più numerosa di Castello. Era il 2001 e lei - residente in via Canelles - sistemò ripari provvisori di fianco all'ex sede dell'Unione Sarda, in viale Regina Elena. I gatti aspettavano felici il suo arrivo due volte al giorno. La famiglia si allargò senza creare contraccolpi, tutto filò liscio fino al 2014. Poi alcuni problemi di salute costrinsero la donna a diluire il suo impegno: «Per tredici anni ho portato sostegno alla colonia felina. Durante l'intero periodo nessun ente - Comune, Regione, Provincia, Protezione animali - si mostrò sensibile alla situazione. La colonia era ufficialmente riconosciuta dalla Asl e sterilizzata. I gatti erano una trentina. Nonostante i malintenzionati fossero sempre in agguato, li ho assistiti con tanto amore e affetto. A un certo punto però le precarie condizioni fisiche mi tolsero la possibilità di accudirli». Sulle prime nessuno la sostituì. Quell'esperienza sembrò destinata a finire. E invece accadde l'imprevedibile.

IL VOLTO NUOVO DEL QUARTIERE - Se a Villanova due anni fa è nato il primo Cat Café cagliaritano, Castello invece ha il record di gatti che circolano liberamente per le strade. Eppure non è sempre stato così. Appena otto anni fa venivano uccisi con una frequenza impressionante. Ricorda Mariola Putzolu: «In quegli anni ho presentato diverse denunce. Una, in particolare, per tre gattini sbranati dai cani tra piazza Palazzo e il Terrapieno. Un'altra volta ne ho trovati sette avvelenati e chiusi in una scatola abbandonata vicino all'ascensore che arriva in piazza Mundula». Oggi i mici vivono (quasi) serenamente in ogni angolo del rione, sono parte integrante della vita dei castellani. Una colonia ha preso possesso di un palazzo crollato in via dei Genovesi e, soprattutto la mattina, accolgono una processione di visitatori. La sera è frequente notare un piattino con le crocchette in diversi punti. Residenti e gatti sembrano aver trovato la formula della felicità. Quanto durerà?
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