Nella foto del suo profilo WhatsApp c'è Peter Pan che mette una mano sulla bocca di Biancaneve. Per zittirla, nel senso di difenderla dalle conseguenze di quel che dice. La questione su cui converrebbe tacere è sulle prime pagine di tutti i quotidiani, sotto la foto del cardinale Angelo Becciu. E lei, Cecilia Marogna, autoproclamata Biancaneve nel profilo social, replica con un fiume, anzi, un oceano di parole. Trentanove anni, di Sorso ma residente tra Cagliari, Roma e la Slovenia dove ha una società che si occupa di «missioni umanitarie», è una delle pietre dello scandalo nell' affaire Becciu in Vaticano. Da quelle parti la chiamano la "Dama del cardinale", di quello pattadese per la precisione, che peraltro cardinale non è più e nemmeno è più il potentissimo Prefetto della Congregazione dei santi: colpa dello scandalo da oltre 300 milioni di euro per l'acquisto di un immobile nel Regno Unito. «E usano me, con i miei miseri 500mila euro di compenso, spese incluse, per quattro anni di lavoro di intelligence, per distrarre l'attenzione sulla questione del Regno Unito. E pensare che nemmeno sono bastati per finanziare la missione, mentre gli immobili sono costati quanto una manovra finanziaria di uno stato».

«Un polverone»

Un'arma di distrazione di massa, dice lei. «Ma anche un boomerang: i miei lavori per il Vaticano sono stati ottimi, con questo polverone mi stanno facendo pubblicità. Evidentemente, il mio lavoro dà frutti, altrimenti di me nemmeno parlerebbero». Ok, ma è la "Dama del cardinale", sì o no? «Nel senso dell'amante? Ma per favore, è ridicolo». Giurin giurello, l'amore non c'è proprio. E nemmeno un surrogato.

L'amicizia altolocata

Dell'ex cardinale Becciu, però, l'esperta di intelligence (ma in Slovenia è titolare di una ditta di missioni umanitarie: trova l'intruso ) era accreditata confidente e 007 privata. Ce l'ha con gli «invidiosi» che la vogliono «mettere in cattiva luce per il suo eccellente lavoro di intelligence» svolto per conto della Santa Sede nel Nordafrica e in Medio Oriente, e ora si preparava al bis nel Balcani: «Raccolgo elementi utili per valutare i pericoli che corrono le Missioni cattoliche. Pago informatori, ho molte spese». Borsette comprese, considerato che le ha comprate? «Se servono indiscrezioni da un notabile africano, una borsetta regalata alla moglie aiuta».

Il soldi del Vaticano

Gira voce che non ci sia traccia di quei 500mila euro, nei conti della Santa Sede. Non a nome di Cecilia Marogna, almeno. «E io che ne so? I bonifici erano a favore della mia società in Slovenia».

L'incontro con Becciu

«Gli ho mandato una mail nel 2015, rappresentando la situazione nel Nordafrica, di cui sono esperta, e i problemi di sicurezza legati al terrorismo per le Nunziature e per le Missioni vaticane. M'invitò per parlarne per venti minuti, ma furono novanta» (stessi tempi di un'intervista). Becciu decise «di affidarmi l'incarico da cinquecentomila euro, spese a mio carico, in quattro anni. Non mi è rimasto quasi nulla: mi sono presa solo lo stipendio, giro con una Toyota vecchia di otto anni e vivo in affitto». Stipendio da metalmeccanico o da Tridico, il poco francescano presidente dell'Inps? Marogna risponde con tante parole, ma un numero non arriva.

Flavio Carboni

Sarda lei, sardo Becciu. Perché non andare a conoscere anche il conterraneo Flavio Carboni, il prezzemolino della zona grigia nella storia contemporanea italiana legata alla massoneria (del genere non esattamente umanitario), che la stampa ha sempre definito "faccendiere" per evitare di usare cento parole? Pensato, fatto: «Conoscevo Gioele Magaldi», un massone dissidente del Grande Oriente d'Italia, «che contattai su Facebook. Lui mi presentò, un giorno, Gian Mario Ferramonti, tra i fondatori della Lega Nord, e Flavio Carboni». Che Carboni non sia un'amicizia comune, lo sa bene: «Non ho mai fatto affari con lui, non me l'ha chiesto. E nemmeno conosce il cardinale Becciu», risponde Marogna, malgrado non le sia chiesto.

Becciu in disgrazia

Ma la domanda vera è una, una soltanto. Il cardinale sardo è stato decapitato: per caso, Cecilia Marogna è stata la ghigliottina? «Neanche per idea. Fu Papa Ratzinger a richiamarlo dal Centrafrica, poi Papa Bergoglio sostituì tutti tranne lui, tra tante invidie. Becciu non era conservatore né bergogliano, faceva ombra al cerchio magico sudamericano di Papa Francesco. Io sono stata usata come arma per attaccarlo, ma non sapevano che arma sono: un boomerang. Stavo nell'ombra e ora tutti sanno che, nel mio lavoro, porto più risultati di altri. Per questo mi vogliono affossare. Sono ancora qui».

Luigi Almiento

© Riproduzione riservata