Il Santissima Trinità è un ospedale fuorilegge: quella della chiusura, allo stato attuale, rischia di essere qualcosa di più di un’ipotesi. 

Il quadro sullo storica storica struttura sanitaria  di Is Mirrionis, a Cagliari, è stato tracciato dal direttore generale della Asl 8 Marcello Tidore, in audizione davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale. 

Stando a quanto trapela dall’incontro, vigili del fuoco e altre autorità di controllo ultimamente hanno segnalato numerose irregolarità strutturali che devono essere sanate (per forza) se si vuole continuare a portare avanti l’attività sanitaria. 

La spesa stimata per gli interventi ammonterebbe a circa 16 milioni di euro e i lavori dovrebbero essere ultimati in dodici mesi. Una tempistica che, stando a quanto si apprende, sarebbe molto difficile da rispettare.

Al Santissima Trinità negli ultimi mesi sono state effettuate numerose ispezioni e sono state anche comminate pesanti sanzioni, anche legate al sistema fognario che non sarebbe a norma: per affrontare quest’ultimo problema sono già stati avviati degli interventi. 

Intanto si registra anche una polemica politica: gli esponenti di centrodestra della commissione hanno abbandonato i lavori, che sarebbero stati calendarizzati non rispettando gli accordi presi tra le varie coalizioni. 

«Stanno accelerando senza motivo per approvare una norma che fa acqua da tutte le parti», accusa Umberto Ticca (Riformatori), «una riforma che verrà stravolta da loro stessi con gli emendamenti della Giunta e ha come unico vero obiettivo cambiare i direttori generali».

Tidore ha anche parlato della riforma pensata dalla Giunta Todde: «Il Dl 40 dal punto di vista formale legifica profondamente atti amministrativi. Per fortuna non prevede la costituzione di dipartimenti funzionali, che si sono rivelati un fallimento ovunque ma resto perplesso sul fatto che la Asl di Cagliari possa reggere una riforma come questa, composta da 15 articoli di cui soltanto due trattano della organizzazione dei servizi sanitari».
In premessa Tidore ha consegnato alla presidenza due note del direttore generale dell’assessorato alla Sanità inviate ai manager «in cui si chiede di non chiudere i bilanci mentre nella relazione al Dl 40 è scritto che i bilanci non sono stati chiusi per nostra responsabilità. Una comunicazione sulla quale farò le mie valutazioni e deciderò se presentarle nelle sedi opportune».

Poi Tidore ha proseguito: «Questo disegno di legge è definito urgente ma di urgente non trovo nulla tra i suoi articoli. Trovo invece una chiara volontà di implementare le funzioni di Ares, anche con una seconda centrale di committenza regionale che a mio parere difficilmente lo Stato accrediterà. Peraltro, una norma così potrebbe essere usata da grimaldello dalle multinazionali, in termini di ricorsi sulle gare. Sembra quasi che il legislatore voglia trasferire su Ares le funzioni dell’assessorato, gettando così le premesse per la creazione di un mostro amministrativo, consegnato a un manager che resterà in carica per cinque anni, cioè il doppio di quanto mediamente resta in carica un assessore. In Italia non esiste nulla di simile».
Sulla mancanza di medici il manager di Cagliari ha sottolineato: «È evidente che per convincere un professionista ad andare a Isili dobbiamo pagarlo di più rispetto al suo collega di Cagliari».


 

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