Un sito unico, simbolo dell’Isola nel mondo. Al centro di un contenzioso milionario tra imprenditoria e cultura. Tutelato e valorizzato, certo, ma non abbastanza. La necropoli di Tuvixeddo è la più grande dell’intero bacino mediterraneo, ospita sepolture del periodo fenicio-punico e conserva reperti risalenti al neolitico. Un peccato non potersela godere al meglio: mancano segnaletica, indicazioni, guide, servizi e pulizie.

Alessia Lai, originaria di Sant'Avendrace e attualmente disoccupata
Alessia Lai, originaria di Sant'Avendrace e attualmente disoccupata
Alessia Lai, originaria di Sant'Avendrace e attualmente disoccupata

«È un'attrazione poco valorizzata, non esistono tante necropoli così» sostiene Alessia Lai, disoccupata. «So che molti stranieri hanno problemi perché mancano cartelli che illustrino le rovine e non ci sono guide. Poi è difficile arrivarci, non passano mezzi pubblici perciò se non sei della zona è una vera impresa. Per fortuna abito qua vicino».

Il parco è accessibile, gratuitamente, dalla sola via Falzarego, raggiungibile tramite via Zara o le parallele di via Vittorio Veneto. Per lei è una delusione che l'entrata secondaria, quella del vico Avendrace, sia stata chiusa: prima ci passavano le scolaresche, ora è occupata da sbandati.

Un particolare confermato anche da Valeria Marras, operatrice sanitaria che abita in città: «L’entrata secondaria è diventata un accampamento per la gente che si droga». «Vengo qua per portare a spasso il cane», aggiunge il medico, «un posto tranquillo, pulito, in mezzo alla natura, dove vengono anche molti turisti».

Tra questi Serafima e Michael S., coppia russa arrivata a Cagliari in aereo per visitare il capoluogo. «Posto bellissimo e interessante, mai visitato un monumento così antico», affermano i due. «Tuttavia non siamo riusciti a capire cosa stavamo osservando, abbiamo dovuto cercare su wikipedia: i cartelli con le informazioni sulle rovine sono impossibili da leggere. Non va bene, soprattutto per noi turisti che vorremmo goderci al meglio questo fantastico patrimonio».

Aspetto, quello delle indicazioni, veramente delicato. All’entrata è presente una gigantesca mappa che racconta, in italiano e inglese, la storia e gli spazi della necropoli. Ma i cartelli con le specifiche delle singole rovine sono vecchi, incomprensibili. Quindi c’è bisogno di una guida. Assente. Ci si potrebbe rivolgere all’ufficio informazioni, comunque spesso chiuso.

Giancarlo Martuzzu, manutentore del Parco
Giancarlo Martuzzu, manutentore del Parco
Giancarlo Martuzzu, manutentore del Parco

Manca lo staff, addetti alle relazioni col pubblico che conoscano le lingue e sappiano indirizzare i turisti. La figura temporaneamente assegnata all’ospitalità è la stessa che si prende cura dei giardini del Tuvixeddu. «ll mio compito» spiega Giancarlo Martuzzu, manutentore del parco, «è tenere pulito il verde e accogliere i turisti». «Il parco», ribadisce, «non è difficile da girare, magari si possono fare alcuni miglioramenti, come l'aggiunta di segnalazioni per raggiungere la necropoli o la costruzione di panchine nella zona del belvedere. A questo deve provvedere il Comune».

Un ulteriore problema è causato da confusione e sporcizia, che circondano le zone perimetrali della necropoli. Oltre agli accampamenti, proprio al di fuori delle recinzioni non mancano vari rifiuti e oggetti inutilizzati, minacce per l’integrità e la bellezza del parco. A peggiorare la situazione i ferri dell’ex cementeria vicino l'I.C. Satta - Spano - De Amicis, tutt’oggi presenti nonostante l’inutilità.

Osvaldo Giorgi, ex professore di Farmacologia
Osvaldo Giorgi, ex professore di Farmacologia
Osvaldo Giorgi, ex professore di Farmacologia

A detta di Osvaldo Giorgi, ex docente di Farmacologia, la necropoli «non è stata salvaguardata al meglio, sono state fatte costruzioni senza rispettare i vincoli, in zone protette adiacenti. Ma questa è consuetudine a Cagliari. Serve più attenzione, in modo da preservare questi luoghi di interesse storico e archeologico, emblemi della città».


 

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