Cagliari: sei donne morte sulla nave dei migranti, fermato uno scafista
Sono di sei donne dell'Africa sub sahariana i cadaveri recuperati dai marinai della nave della Guardia Costiera 'Umberto Diciotti' e sbarcate questo pomeriggio al porto di Cagliari.
Appena attraccata alle 16.20 al molo Ichnusa sono saliti sulla nave i poliziotti della Squadra Mobile e della Scientifica insieme al medico legale per le prime ricognizioni di polizia giudiziaria sui corpi delle sei giovani morte.
Non presentano segni di violenza e da quanto si apprende sarebbero morte annegate. I corpi sono stati portati all'Istituto di medicina legale per le autopsie.
Al momento è in stato di fermo uno scafista me ne sarebbero stati indicati altri dagli stessi naufraghi.
Dopo le operazioni di polizia intorno alle 18.30 sono iniziate le procedure di sbarco per gli 858 naufraghi con precedenza a donne e minori, circa 40, e malati per l'immediato foto-segnalamento.
I migranti non saranno trattenuti sulla nave e fatti sbarcare a gruppi, come previsto dalle direttive del Ministero degli Interni, ma fatti scendere tutti a terra a causa del freddo e ospitati all'interno del terminal crociere fino alla fine delle procedure di identificazione.
Da lì partiranno con dei pullman versoi centri di accoglienza, 264 in provincia di Cagliari, 168 in quella di Sassari e Olbia, 73 nella provincia di Nuoro, 53 in provincia di Oristano. Trecento invece saranno imbarcati verso Genova e Civitavecchia per essere ospitati in altri centri di accoglienza.
I migranti sono stati tratti in salvo in undici operazioni di salvataggio al largo delle coste della Libia.
Erano tutti a bordo di sei grossi barconi e un barcone da pesca. Sei persone non ce l’hanno fatta.
I cadaveri sono stati recuperati dagli uomini della Capitaneria.
L'ACCOGLIENZA - Questa mattina in prefettura, a Cagliari, è stata ulteriormente perfezionata la macchina dell'accoglienza che secondo il questore di Cagliari, Danilo Gagliardi, è perfettamente oliata.
Il numero uno dell'Anci Sardegna Piersandro Scano pone però problemi di ordine pubblico: "I numeri sono saltati e se è vero che non c'è il problema dell'accoglienza esiste quello dell'inclusione".
I NUMERI - Quello di oggi sarà il dodicesimo sbarco di migranti del 2016, una media di uno al mese. Ci sono stati inoltre 70 sbarchi diretti sulle coste del Sulcis che hanno portato nell'Isola 1106 algerini.
Attualmente i richiedenti asilo in Sardegna sono circa 5400.
PIGLIARU: PROSEGUIAMO IL NOSTRO IMPEGNO - Il presidente Francesco Pigliaru ribadisce l’impegno della Regione Sardegna per una effettiva e doverosa politica dell’accoglienza. "Come sottolineato in precedenti occasioni - dichiara il presidente Pigliaru - riteniamo doveroso e imprescindibile impegnarci per far fronte a un'emergenza che ha assunto dimensioni eccezionali. Non faremo mai mancare il nostro convinto appoggio al sistema di soccorso e accoglienza. Siamo comunque determinati a pretendere il rispetto delle quote assegnate e pertanto non tutti i migranti che sbarcheranno questo pomeriggio al Molo Ichnusa del Porto di Cagliari potranno fermarsi in Sardegna: circa 300 saranno destinati ad altre regioni. Continuiamo a vigilare perché il Governo nazionale applichi l’Intesa sottoscritta in Conferenza Unifica nel luglio del 2014".
La Sardegna, che ha sempre risposto prontamente agli sbarchi attraverso un sistema di accoglienza in porto riconosciuto a livello europeo come uno dei migliori in Italia, è infatti impegnata per accogliere il 2,96% della quota nazionale, in base al Piano sull’accoglienza dei migranti, percentuale che a seconda delle emergenze più conoscere, come già accaduto, anche numeri inferiori.
La Regione ha inoltre ottenuto dal Ministero dell’Interno il finanziamento che consentirà di dotarsi di una struttura mobile e non permanente, da posizionare presso il Porto di Cagliari ma che potrà anche essere dislocata all'occorrenza in altri punti di sbarco e smontata quando non necessaria, con la quale meglio far fronte alle diverse esigenze che si presentano in occasione degli sbarchi. Nessuna struttura definitiva presso il Porto del capoluogo, come erroneamente comunicato da alcuni, ma una struttura che risponda alle esigenze e renda più efficiente il sistema di prima accoglienza, agevolando il lavoro di tutti i soggetti coinvolti, in primis operatori regionali e forze dell’ordine, a cui competono le procedure di identificazione dei migranti, a garanzia della sicurezza dei cittadini. Prosegue inoltre, da parte della Regione, il lavoro per potenziare la seconda accoglienza e giungere a realizzare un sistema diffuso, in collaborazione con le Prefetture e i Comuni.