La scoperta di un’evasione fiscale da complessivi 17 milioni di euro,  526 lavoratori impiegati irregolarmente individuati e cinque società sotto indagine per “somministrazione di lavoro fraudolenta”. 

E’ il bilancio dell’operazione “Men at work” condotta dalla Guardia di Finanza di Cagliari, coordinata dalla Procura del capoluogo. 

"Un’attività – spiegano gli inquirenti – scaturita da una mirata verifica fiscale avviata nei confronti di una società cooperativa cagliaritana di produzione e lavoro, nel concreto utilizzata come serbatoio di manodopera da parte di 4 aziende committenti, tutte controllate da un gruppo industriale operante in Sardegna nel comparto della grande distribuzione e della produzione di generi alimentari”.

In particolare, i militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria del Comando Provinciale hanno smascherato “un articolato sistema di frode, posto in essere dagli amministratori della cooperativa e delle imprese committenti coinvolte, attuato con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo, concernenti gli obblighi contributivi, previdenziali ed assistenziali, attraverso la predisposizione di fittizi contratti di appalto per la fornitura di servizi di facchinaggio e di pulizia operati all’interno di centri di distribuzione, supermercati e opifici di trasformazione di generi alimentari”.

Nel dettaglio, gli accertamenti hanno permesso di scoprire che gli oltre 500 lavoratori assunti dalla cooperativa prestavano in realtà la loro attività sistematicamente e continuativamente a favore delle società committenti, da cui prendevano tutte le direttive organizzative, tanto da far qualificare le committenti come loro datori di lavoro effettivi.

Come se non bastasse, anzi proprio grazie all’escamotage, le aziende coinvolte hanno ottenuto benefici fiscali e contributivi non spettanti, abbattendo anche non solo i costi del lavoro per oltre 600 mila euro, ma anche quelli fiscali, “al fine di conseguire la massimizzazione dei profitti e vantaggi di competitività sul mercato a scapito degli operatori rispettosi delle regole”.

Dunque al termine delle indagini, che hanno riguardato il periodo 2015-2019, le 5 imprese coinvolte hanno ricevuto ammende per oltre a 6,6 milioni di euro.

Inoltre, al termine dei controlli sulla posizione fiscale delle stesse aziende, i Finanzieri hanno accertato un’evasione dell’IVA per oltre 9,8 milioni di euro, nonché una base imponibile ai fini IRAP sottratta a tassazione di oltre 7,3 milioni di euro, frutto anch’essa delle irregolarità messo in atto nei contratti di lavoro.

(Unioneonline/l.f.)

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