Cagliari, polemiche contro gli scontri. Zedda replica al centrodestra: «Liberi di manifestare»
Città ostaggio dei violenti, FdI: «Il partito del sindaco ha aderito alla manifestazione non autorizzata, fatto grave»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Mentre la Digos sta visionando i filmati per dare un nome alle persone, quasi tutte col volto coperto, che sabato hanno lanciato bottiglie e sassi contro gli agenti nel corso delle manifestazioni a Cagliari, in città scoppia la polemica.
Perché i cortei proprio a Cagliari, perché è stata concessa l’autorizzazione al corteo partito da via Cervi, perché il sindaco Massimo Zedda si è schierato in favore un evento non autorizzato?
L’interrogazione
Roberto Mura, consigliere comunale d’opposizione, ha presentato un’interrogazione a nome del centrodestra. «Il sindaco è il presidente del partito dei Progressisti che ha aderito alla manifestazione non autorizzata che ha generato scontri con la polizia e un generale stato di insicurezza in Città. Tale adesione, provenendo da un partito il cui presidente è lo stesso sindaco, può essere interpretata come un atto politicamente e istituzionalmente rilevante, suscettibile di incidere sul rapporto di fiducia con le forze dell’ordine e sul principio di neutralità dell’Amministrazione comunale».
Il sindaco
«La libertà di espressione e il diritto a manifestare si sono ottenuti nel ‘45 quando hanno prevalso la libertà e la democrazia. Se avessero vinto loro, i fascisti, saremmo in carcere, da innocenti, se non peggio, nei campi di concentramento, parafrasando Vittorio Foa, antifascista, ebreo, partigiano, azionista, socialista eletto parlamentare da indipendente nel Pci. I provocatori e gli atti violenti vanno sempre stigmatizzati e condannati», replica il primo cittadino.
Condanna al raduno
Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti, è chiara. «Esprimiamo ferma condanna per il raduno nazionale organizzato da CasaPound e Blocco Studentesco, realtà dichiaratamente di ispirazione fascista. Questi eventi sono un’offesa alla collettività, alla memoria storica, ai valori della Costituzione e a tutte le persone che hanno lottato per la libertà e la democrazia nel Paese».
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