Nel cortile, in realtà un vialetto, utilizzato un tempo per accedere all'ufficio in cui si ritiravano pacchi e raccomandate, oggi c'è di tutto: escrementi, bottiglie di plastica e vetro, qualche siringa, pile di cartoni arrotolati (che si trasformano in letti in tarda serata) e un insopportabile fetore di urina. Benvenuti in vico Malta, la viuzza laterale dello storico palazzo delle Poste e Telegrafi di piazza del Carmine, Stampace, Cagliari, Italia. Un angolo ormai trasformato in regno di immigrati extracomunitari, barboni (pochi in verità), rumeni e un mix etnico di balordi, spacciatori e tossici.

Qualche giorno fa, un pensionato si è affacciato alla finestra del suo appartamento e ha visto un giovane di colore che faceva i bisogni sulla pubblica strada. Gli ha urlato di tutto, lo ha insultato e poi gli ha scagliato il primo oggetto che si è trovato fra le mani (un vasetto) senza colpire il bersaglio. «Io non capisco - dice Peppino Asquer, 81 anni - ci sono i bagni della stazione ferroviaria, distano poche decine di metri. Mia moglie ha paura ad uscire di casa la sera».
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