Nel ricordo di Stefano Asili, designer, illustratore, docente di Progetto grafico alla Facoltà di Ingegneria e Architettura. A Cagliari, a due anni dalla prematura scomparsa, la sua Università gli ha dedicato  l’aula “scherma” del complesso Santa Croce. Non solo. Sino al 21 luglio, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19:45 e il martedì e giovedì dalle 10 alle 12. può essere visitata la mostra “Forme analoghe. Stefano Asili design” con le sue migliori creature. Manifesti e marchi identitari per enti pubblici e associazioni che hanno lasciato il segno. C’è la sua foto, una bella foto, lui pensieroso che progetta qualcosa di bello, che apre l’esposizione e le sue opere, traccia profonda della sua personalità e del suo agire nell’arte, nella cultura, nella comunicazione e nella pubblicità.

È stata anche scoperta una targa commemorativa che ha il suo segno grafico: l’edificio che richiama un asilo, la casa dei bambini, la sua firma inconfondibile. In tanti, in questa occasione, davanti ai familiari, lo hanno ricordato. Amici e compagni con cui ha condiviso esperienze intellettuali e artistiche. Il ritratto delineato dal prorettore Gianni Fenu. I tre aspetti che  lo hanno contraddistinto. Così si metteva in relazione con gli altri: «Allegria, umiltà e profondità nel vedere le cose, dote molta rara. Erano aspetti del suo carattere – chiarisce Fenu - che ha mostrato anche nei momenti meno felici della sua vita. Sul piano artistico i suoi simboli devono essere osservati con grande attenzione e più volte per capirne i molteplici risvolti e significati. È la sua grandezza».

Caterina Giannattasio, docente nel Dipartimento di Architettura, ricorda quanto fosse attento ai destino della comunità: «Agiva e pensava per perseguire un interesse collettivo.  Lo spazio dell’Università che gli dedichiamo, concepito come spazio polifunzionale, rispecchia l’anima di Stefano Asili: un’anima poliedrica. Teneva molto al contatto con la realtà. Questo luogo per noi deve avere una forte  connessione con il territorio”. Giovanni Battista Cocco, docente di Composizione architettonica e urbana, lascia questa immagine: «Oscillava tra determinismo e indeterminismo. Era un grande funambolo in questo suo percorso molto originale in campi diversi.  Nell’ultimo periodo diceva di non avere tempo. In realtà lui stesso ha dimostrato che il tempo è infinito. La sua lezione vive non solo all’interno del testo pubblicato da LetteraVentidue, che riassume i valori in cui ha sempre creduto, ma invade gli spazi di tutti i territori dell’Isola: dai loghi, nobili e preziosi, per le aziende pubbliche ai manifesti pubblicitari alle bottiglie di vino e a tutti gli oggetti in cui c’è il segno del suo talento purissimo. È la sua eredità e la memoria incancellabile di quello che ha creato».

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