Scoppia la protesta delle famiglie per la chiusura anticipata della scuola dell’infanzia Satta, nel centro cittadino. Con una delibera approvata l’8 maggio e comunicata in serata lo stesso giorno, il consiglio d’istituto ha deciso il trasferimento delle attività al plesso di via Falzarego a partire dal 9 giugno, con riduzione dell’orario fino alle 13:00 e sospensione del servizio mensa.

Una decisione presa per consentire l’avvio dei lavori di adeguamento antincendio dell’edificio, rimandati dal 2019.

Tra le voci più critiche, quella di Enrico Lobina, genitore di una bambina iscritta alla scuola ed ex consigliere comunale: «Se l’edificio non era a norma, andava chiuso a inizio anno. I genitori hanno programmato la loro vita contando su un servizio fino al 29 giugno, con orario completo e mensa. Ora, all’improvviso, tutto salta. È un’interruzione di pubblico servizio».

Lobina evidenzia anche le conseguenze economiche per le famiglie: «Chi pagherà le baby-sitter per coprire le ore scoperte? Il Comune? La scuola? È inaccettabile che a rimetterci siano le famiglie, come sempre».

Intanto in Comune, i consiglieri dell’opposizione Roberto Mura e Roberta Sulis, hanno presentato un’interrogazione al Sindaco, Massimo Zedda, per chiedere quali saranno i tempi di realizzazione necessari per l’adeguamento dell’edificio e quali garanzie verranno date per assicurare l’ingresso a scuola in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico a settembre. 

La dirigente scolastica, Elisabeth Piras Trombi Abibatu, chiarisce subito che la decisione è stata presa per motivi di sicurezza dalla scuola «il Comune non c’entra niente» e che i lavori non sono più procrastinabili: «Il rischio c’è, non si poteva più attendere. I lavori sono stati posticipati fino a giugno proprio per limitare i disagi. Il trasferimento al plesso di via Falzarego è l’unica soluzione possibile: gli spazi dell’edificio attuale non avrebbero permesso un’attività sicura, in particolare nel cortile». 

La preside aggiunge che l’eliminazione della mensa in via Falzarego è dovuta alla necessità di trasformare quegli spazi in aule per ospitare le sezioni temporaneamente accorpate.

«Purtroppo siamo ancora lontani dalla cultura della prevenzione – conclude –. Lavoriamo per garantire che almeno una parte dell’edificio sia pronta per settembre. La scelta del tempo parziale è quella che consente di rispettare i tempi dei lavori».

Intanto dall’assessora comunale alla Pubblica Istruzione, Giulia Andreozzi, arriva piena disponibilità a trovare una soluzione: «È già in programma una riunione per fare il punto della situazione insieme alla scuola e ai Lavori pubblici».

© Riproduzione riservata