L’orario di ingresso va indietro di mezz’ora, quello d’uscita cambia dalle 13.30 alle 14: da cinque a sei ore al giorno, ma niente più scuola il sabato. La decisione presa per le primarie di Via Garavetti, a Cagliari, non piace alla maggior parte dei genitori. 

Lo racconta Alessandro, papà di un bambino che frequenta la quarta elementare nella succursale di Via Caboni. Secondo il suo punto di vista, il provvedimento avrebbe dovuto riguardare soltanto le prime classi nell’anno scolastico 2023-24, e non chi si era iscritto con l’orario attualmente in vigore.

Il cambiamento consentirebbe, da un lato, un importante risparmio, con l’istituto che resterebbe aperto un giorno in meno. Dall’altro risponderebbe alle criticità legate alla carenza di collaboratori scolastici. Per ultima, esisterebbe la necessità di uniformare i numerosi tempi scuola presenti (tra classi da 27, 29, 30 e 40 ore), che starebbero creando problemi nella gestione oraria dei docenti. 

Ma l’equilibrio familiare, oltre all’assenza di una mensa e alle difficoltà nell’apprendimento con un orario così “pesante”, sarebbero alla base del malcontento delle mamme e dei papà, per una decisione presa senza referendum: da qui la scelta di procedere con una raccolta firme, che ha portato a una convocazione di un’assemblea, prevista per venerdì, coi rappresentanti dei genitori.

Ma non finisce qui: il caso potrebbe diventare argomento di un’interrogazione in Consiglio comunale, con la consigliera Camilla Soru (Pd) intenzionata a dare voce alla protesta. I genitori starebbero anche valutando la possibilità di ricorrere al Tar, nel tentativo di vedere annullata la decisione per vizi di forma.

(Unioneonline/L.Ne.)

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