Sono centocinquantaquattro, vivono tra le stanze e i corridoi della casa dello studente di via Businco, a Cagliari: qualcuno da qualche mese, altri sono qui da anni. Dividono spazi comuni, camere, tempo e un’asciugatrice, l’unica su tutti e cinque i piani della struttura. I turni son scanditi con precisione, un lieve ritardo nel ritiro della propria biancheria potrebbe scatenare rancori e litigi: così qualcuno preferisce evitare, ricorrendo al tradizionale stenditoio. Poco male, se non fosse che non tutti godono di questa possibilità: «Alcune stanze non hanno il balcone», spiega il rappresentante degli studenti Michele Tidili, «e alcune lo hanno ma costantemente esposto all’ombra: in questi casi bisogna stendere all’interno della propria camera, spesso nel disimpegno all’ingresso».

Come ha fatto Bianca Pili, vice rappresentante. Ma c’è a chi è andata peggio. Un altro studente ha la stessa difficoltà, ma la sua stanza è troppo piccola per “accogliere” anche uno stenditoio: così settimanalmente porta il bucato a casa sua, per aggirare il problema. Non l’unico di quella camera, a dire il vero: proprio sopra la sua scrivania, di fatto a due metri dal letto, una grossa macchia di umidità ha colorato il muro bianco, come avvenuto in diverse altre zone dell’edificio (e di certo gli stenditoi indoor non aiutano). In un colpo solo, si sommano due delle più evidenti criticità della struttura: le infiltrazioni e gli spazi ristretti.

«Le cucine ad esempio», prosegue Michele Tidili, «hanno pochi stipetti per poter conservare le stoviglie, e per questo spesso non è possibile farle trovare perfettamente in ordine». Così capita che nascano attriti con l’impresa delle pulizie. «Una parte degli alimentari», spiega Bianca Pili, «l’ho conservata nell’armadio della mia camera». Ma nelle cucine non c’è solamente un problema di spazi: in una manca il microonde, in un’altra le piastre fanno saltare spesso la corrente, e in quelle perfettamente funzionanti si va spesso in overbooking.

Un altro capitolo riguarda il freddo, specie nelle stanze senza il già citato disimpegno, direttamente esposte sui corridoi: «Gli infissi son datati», dice ancora Bianca, «e necessitano di interventi. Molto spesso contribuiscono a una grande dispersione di calore che va a vanificare il sistema di riscaldamento». Un sistema comunque perfettibile, come evidenzia Michele: «I termosifoni nelle camere hanno tre o quattro moduli: non bastano per riscaldare una stanza, anche perché alcune di queste non ricevono sole per tutto il giorno». In realtà sono stati promessi i climatizzatori, e in effetti nelle parti esterne della casa sono esposti in bella vista gli scatoloni, che aspettano solo di essere svuotati per procedere. 

Allo stesso modo continuano i lavori all’interno della struttura, che al momento riguardano il quinto piano dell’edificio: una volta ultimato, si proseguirà col quarto e così via. Ma le tempistiche non sono delle più rapide, e per chi passa intere giornate nella casa dello studente, convivendo con le piccole e le grandi criticità, la sensazione è che ogni giorno sia uguale al precedente. 

© Riproduzione riservata