L'immagine dell'Anfiteatro resta sempre la peggiore.

Con i turisti che (senza affanno) fanno avanti e indietro per visitare quella piccola parte aperta al pubblico (anche a Ferragosto) e che si trovano di fronte un'immagine impietosa: erbacce, bottiglie e rifiuti di ogni genere ricoprono la roccia calcarea bianca lungo tutta la cancellata del più importante tra gli edifici pubblici della Sardegna Romana.

Villa Tigellio invece è ancora chiusa: il complesso residenziale di epoca romana è sempre più sommerso dalla vegetazione.

Ma degrado e incuria avvolgono anche altri monumenti della città: c'è sempre il Bastione con le sue panchine di marmo distrutte (soprattutto da chi ci sale sopra per fare un selfie), il plexiglass imbrattato e spaccato in più punti («Ma a fine agosto verrà ripulito», dice l'assessora ai Lavori pubblici Gabriella Deidda), il cantiere infinito di Santa Caterina.

Un'altra "criticità" è il cimitero monumentale di Bonaria, dove ci sono lapidi rotte e immerse nelle erbacce, loculi usati come deposito di rifiuti, frammenti di cemento spuntano sotto l'erba, pezzi di muro. Servirebbe un restyling ma per il Comune è complicatissimo trovare i fondi.

Ma. Mad. 

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