I sei uomini, ritenuti al vertice dell’organizzazione specializzata nello spaccio di droga sgominata all’alba dai carabinieri, sono finiti in carcere mentre i sei principali collaboratori sono ai domiciliari. Ma nel blitz scattato a Cagliari e in altri comuni dell’hinterland, sono coinvolte altre venti persone, indagata a piede libero: i militari hanno effettuato delle perquisizioni anche nelle loro abitazioni.

Ai vertici del gruppo, come ricostruito nelle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo provinciale di Cagliari coordinate dal pm Gaetano Porcu, dunque c’erano sei persone. Le intercettazioni e gli appostamenti hanno permesso di ricostruire numerosi episodi di spaccio soprattutto nel centro storico della città e in particolare a Castello. Come disposto dall’ordinanza firmata dal gip Giorgio Altieri, sono finiti in carcere Stefano Pandolfi (31 anni di Pirri), Alberto Partolino (37, anche lui di Pirri), Manolo Puddu (38, di Quartu), Fabrizio Serra (51, di Quartu), Francesco Pinna (33, di San Michele) e Fabrizio Virdis (43, di Gonnesa). 

Ai domiciliari Ferdinando Belfiori (29 anni, residente in via Bacaredda), Andrea Boi (32, di Pirri), Gian Filippo Masala (33, Quartiere del Sole), Mariano Bruni (26, residente a Torre degli Ulivi) e Roberto Coiana (25, di Selargius). Il pm aveva chiesto anche le misure cautelari per Giovanni Battista Pinna (36 anni di Tuvumannu), Pierpaolo Serci (34, di Sant’Elia) e Francesco Vadilonga (39, di Capoterra) ma sono stati arrestati in flagranza di reato, durante le indagini, tra il maggio e il dicembre del 2019 e il giudice ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per l’applicazione della misura.  

Il gruppo, secondo le accuse, ha fatto arrivare molta droga (cocaina, hascisc e marijuana) a Cagliari gestendo un fiorente mercato soprattutto nell’estate del 2019: sostanze cedute in particolare nelle zone della movida della città, in particolare nel quartiere di Castello. Ma sono stati ricostruiti anche cessioni nell’hinterland a conferma che i vari gruppetti coinvolti nell’inchiesta riuscivano a piazzare parecchi chili di droga. 

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