Marina Porcheddu, 29 anni tra venti giorni, porta addosso le ferite dell'aggressione subita ieri, alle 5,40, nel largo Carlo Felice. "Due persone", racconta, "quasi certamente algerini, mi hanno seguito. Ero sola. Stavo andando a prendere il bus per rientrare a casa mia, a Budoni. Mi hanno raggiunto: uno mi ha afferrato il braccio, strappandomi il braccialetto. L'altro osservava. Ho urlato, ma non c'era nessuno. Alla fine i due sono scappati. Io sono rimasta a terra. Terrorizzata".

L'emergenza nel centro città, soprattutto nei quartieri della Marina e Stampace, in occasione degli sbarchi diretti dei cittadini algerini nelle coste del Sulcis raggiunge livelli di grande criticità. Rapine, furti, molestie sono frequenti e le forze dell'ordine non riescono a presidiare tutte le strade. I giovani algerini, arrivati a bordo dei barchini, hanno i decreti di espulsione: entro sette giorni devono lasciare il territorio italiano. Per procurarsi i soldi per partire compiono reati di vario tipo. Residenti e commercianti hanno paura.

L'AGGRESSIONE - La 29enne di Budoni parla e si espone mettendoci la faccia. Altri, spesso, raccontano episodi senza poi denunciare. "Dopo la rapina subita", spiega la Porcheddu, "sono comunque salita sull'autobus per tornare a casa. Una volta arrivata a Budoni sono stata visitata da un medico che mi ha assegnato dieci giorni di cure per le ferite riportate. Poi, con il certificato medico, sono andata dai carabinieri e ho presentato querela". Tutto messo nero su bianco. "Spero che i responsabili vengano rintracciati. Il braccialetto ha un valore soprattutto affettivo. Io ho avuto la forza di reagire, urlando e difendendomi. Se avessero trovato un'altra ragazza, debole, cosa sarebbe successo? Non è pensabile che una donna debba aver paura di passeggiare in pieno centro di Cagliari, anche se di mattina presto".

Il braccialetto di cui è stata derubata
Il braccialetto di cui è stata derubata
Il braccialetto di cui è stata derubata

IL RACCONTO - La giovane ricorda ogni istante di quei terribili momenti. "Ho dormito nell'Hostel Marina. Mi sono alzata presto perché dovevo rientrare a Budoni e il bus partiva alle 6". Verso le 5,40 la 29enne era nel largo Carlo Felice. "Ho visto subito i due tizi. Mi seguivano. Così ho attraversato la strada, sperando cambiassero direzione. Invece hanno allungato il passo. Ho provato a correre, inutilmente. Uno mi bloccato il braccio. Ho reagito ma sono finita a terra. Quello non mollava la presa. Ho urlato nella speranza che qualcuno mi sentisse e aiutasse. Ma non è arrivato nessuno".

IL DOLORE E LA PAURA - I due aggressori ("avevano abbigliamento sportivo e un berretto in testa. Mi sono sembrati magrebini", spiega la vittima) puntano al bracciale della giovane. "Ho ancora addosso le ferite e i lividi. Mi ha afferrato il braccialetto, tirando con tutta la forza. Ho sentito dolore. Ho urlato più forte". Con una mano difendeva il telefono cellulare: "Non vedendo arrivare nessuno in mio aiuto ho davvero avuto molta paura. Temevo che quei due potessero farmi molto male. Oppure passare ad altro. Poi, con il braccialetto in mano, uno dei due è corso via. Il complice è rimasto qualche istante davanti a me. Poi anche lui è scappato. Ho chiamato il 112. Una pattuglia dei carabinieri è arrivata e ha provato a rintracciare i due, senza fortuna". La denuncia, presentata ai carabinieri della stazione di Budoni, verrà inviata ai militari della compagnia di Cagliari per le indagini.

POCA SICUREZZA - "Scippi, furti palpeggiamenti e risse nel centro storico sono sempre più frequenti e spesso i responsabili sono gli extra comunitari": lo rimarca Davide Marcello, presidente provinciale della Confesercenti. "Dopo gli incontri in Prefettura con tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine e nonostante tutti i messaggi di tranquillità che ci hanno voluto dare, la situazione soprattutto la notte sta diventando insostenibile a causa di continui episodi di micro criminalità che, spesso, non vengono denunciati per paura".

Matteo Vercelli

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