«Il momento più imbarazzante? Quando mia madre non ha riconosciuto Del Piero». Per il resto non ha vissuto  grandi difficoltà Antonio Farci, cagliaritano di 13 anni, tutti trascorsi tra supporti per il busto e su mezzi elettrici che gli permettono di spostarsi, a causa di una malattia che lo paralizza quasi completamente dalla testa in giù, scoperta quando aveva pochi giorni di vita. Ma la stessa testa viaggia veloce: studente modello, acuto, maturo, con la favella sferzante.  

Nei giorni scorsi Etto, come lo chiamano tutti, era a Milano, negli studi di Sky, dove affiancato da un giornalista professionista ha commentato in diretta la partita Nantes-Juve, vinta 3-0 dai bianconeri. Il suo sogno che si è realizzato quando nessuno, ormai, ci pensava più. 

Antonio Farci durante la telecronaca della partita della Juve
Antonio Farci durante la telecronaca della partita della Juve

Interventi e visite di controllo all’ospedale Gaslini di Genova, per Antonio, sono periodici. Fin da quando era stato sottoposto a una delicata operazione, nel 2009, dopo un volo decollato d’urgenza da Cagliari. Era nell’ospedale dei bambini sul lungomare genovese anche nel 2018: «Vennero da noi, in reparto, le rappresentanti di un’associazione, la “Make a wish”», racconta oggi la madre, Michela Manca, pilastro nella vita di questo ragazzino vulcanico, assieme al padre Massimo Farci, «chiesero a Etto di esprimere un desiderio. Lui rispose che avrebbe voluto conoscere i giocatori della Juve, o commentare una loro partita». 

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Sono passati gli anni, il mondo è stato stravolto da una pandemia: «Dall’associazione mandavano sempre dei pensierini per Etto, come regali di Natale e biglietti». La vicenda del desiderio sembrava caduta nel dimenticatoio. Invece no. 

«Dieci giorni fa», racconta ancora Manca, «ci chiamano e ci dicono che ci avrebbero ospitati tutti a Milano, perché per mio figlio c’era da commentare una partita della Juve».

Una notizia che ha sconvolto una routine complessa. Ma troppo importante per dire di no. «Ci siamo organizzati e siamo partiti», dice ancora la madre, «hanno pensato a tutto loro, biglietti e alloggio compresi». 

Destinazione: studi di Rogoredo, Sky, dove l’accoglienza per Etto «è stata fantastica». Si sono fatti vivi per salutarlo sia Beppe Bergomi che Alessandro Del Piero. «Io non avevo idea di chi fossero», ammette la mamma. Pinturicchio non si è limitato alle frasi di circostanza: ha chiesto lui di poter fare un video con Etto, da spedire ai compagni di classe della terza media. Etto era del tutto a suo agio. Poi è arrivato il momento “difficile”: la telecronaca. 

Con cuffie e microfono, davanti agli schermi,  il tredicenne ha padroneggiato il linguaggio tecnico: «Il telecronista che ha lavorato con lui è rimasto a bocca aperta: Etto commentava senza appunti, mentre lui aveva un sacco di fogli davanti».  Tutto è andato liscio. Ma Antonio riesce a sottolineare: «Ho avuto qualche difficoltà all’inizio, perché non mi ricordavo tutti i titolari del Nantes», dice come se fosse un grosso problema, «ma è stata un’esperienza bellissima. Certo, mia madre che non ha riconosciuto Del Piero è stata un po’ imbarazzante...». E ride di gusto.  

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