"Una situazione che sta andando oltre la preoccupazione, per alcuni è ormai un dramma".

Il numero uno di Confindustria-turismo della Sardegna, Nicola Palomba, commenta così la stretta rosso-arancione sino al 2 maggio (con 25 aprile e primo maggio nella fascia di maggior restrizioni) che dovrebbe essere inserita nel prossimo decreto anti-Covid in tutta Italia. Anche se parte della maggioranza Draghi chiede che dopo Pasqua ricompaia un giallo rinforzato (ossia l'apertura di bar e ristoranti sino alle 16).

"Restare in arancione fin oltre il primo maggio desta tanta preoccupazione per il turismo e tutta la filiera - sottolinea Palomba -. Per gli albergatori esiste una certezza, legata all'apertura: quando avverrà? Senza una risposta a questa domanda, ma non solo, non esiste un passo avanti rispetto alla stagione 2020. Ma per la Sardegna è fondamentale avere certezze legate ai voli: mi risultano già diverse cancellazioni ed è fondamentale intervenire oggi per evitare l'emorragia di turisti ad agosto, che magari andranno in quelle regioni dove si stanno dando milioni alle compagnie aeree per garantire arrivi e partenze sino a settembre".

IL PASSAPORTO SANITARIO - Gli esercenti sardi intanto lanciano la proposta: "Davanti a questo disastro del Governo che continua a picchiare sul settore della ristorazione e dei bar, dobbiamo farci venire un'idea".

Roberto Bolognese, presidente di Confesercenti regionale, rilancia il “passaporto sanitario per i pubblici esercizi” sul modello Montecarlo: "Lì è possibile sottoporsi a un tampone rapido in farmacia pagando pochi euro, e con il certificato di negatività valido qualche giorno si è ammessi al ristorante e nelle sale dei bar. Unica condizione: prenotare il tavolo e presentare quel referto, o il certificato di vaccinazione completata". "Il passaporto - sostiene - funziona: infatti, a Montecarlo i ristoranti sono aperti e non ci si contagia. Per quanto riguarda i bar, così come i ristoranti, è dimostrato che non sono il luogo di infezione".

(Unioneonline)

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