Inaugurato questa mattina il terzo Covid hospital cagliaritano. Dopo il Santissima Trinità e il Marino tocca al Binaghi, dove dai primi di gennaio saranno attivi 41 posti letto dedicati ai pazienti positivi al SarsCov2.

Il reparto dedicato si trova al secondo piano, 25 posti letto nell'ala sinistra e 16 nell'ala destra.

"Andiamo in una logica a scalare perché in totale l'ospedale prevede 140 posti più 13 in terapia intensiva", spiega il commissario dell'Ats Massimo Temussi. "Siamo andati molto oltre la programmazione - rivendica -, avevamo l'obiettivo di aprire 153 posti letto in 40 giorni e ne abbiamo aperti oltre 300".

Il tutto è stato fatto in una "logica di condivisione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria e il Brotzu", perché il Binaghi lavorerà con personale di tutti e tre i presidi".

Il reparto è già pronto, spiega Temussi, ma i primi pazienti arriveranno a partire dal 2 gennaio.

LA GIUNTA - "Un risultato importante - rivendica Solinas -, abbiamo attuato il piano che ci siamo dati anticipando i tempi e con un numero di posti letto superiore a quelli preventivati. Manteniamo alta la guardia contro il virus e potenziamo il sistema sanitario dell'Isola.

"L'emergenza ci ha portato più volte a dover rivedere e riorganizzare strutture e servizi", osserva l'assessore Nieddu. "Siamo stati capaci di realizzare un complesso intervento di adeguamento in tempi rapidi".

L'OPPOSIZIONE - Ma l'opposizione chiede chiarezza: "E' importante pensare al futuro, visto che nella struttura oggi Covid hospital erano attivi sino a poche settimane fa due centri di eccellenza per tutto il territorio regionale", sottolinea il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, chiedendo "cosa succederà del Centro Donne e del Centro Regionale Sclerosi Multipla che per anni hanno garantito elevata assistenza in quei locali a migliaia di pazienti".

In un'interrogazione all'assessore Nieddu, sottoscritta anche da Pd e LeU, i Progressisti ricordano che il Centro Regionale Sclerosi Multipla è "punto di riferimento per l'assistenza di oltre 5mila pazienti, con più di 6mila prestazioni all'anno", e che il Centro Donne è "punto di riferimento nella prevenzione e diagnosi precoce dei tumori femminili, con dieci ambulatori e 250 visite al giorno". "Due centri di eccellenza oggi trasferiti verso altri ospedali, del cui futuro non si sa nulla".

(Unioneonline/L)

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