Situazione di sofferenza dei centri di malattie infettive ormai destinati al Covid e disagio che si ripercuote sulle persone con Hiv: non possono accedere ai loro centri di riferimento, agli ambulatori e ai reparti. È la denuncia della Lila di Cagliari in occasione della Giornata mondiale di lotta all'Aids "È stato certamente un anno molto duro per tutte le persone portatrici di patologie croniche che a causa della pandemia da Covid-19 hanno subito rilevanti limitazioni nell'accesso e nella continuità delle cure. E per chi convive con l'Hiv, lo è stato in modo particolare", spiega la presidente dell'associazione Brunella Mocci.

I tradizionali ambiti sanitari di riferimento, ossia reparti e ambulatori di malattie infettive, sono stati proprio quelli più investiti dalla crisi pandemica: "infettivologi spostati sull'emergenza Covid, impossibilità di ricoveri non Covid, analisi e visite rinviati, distribuzione dei farmaci antiretrovirali salva-vita garantita a macchia di leopardo", denuncia la Lila, segnalando che durante l'anno è aumentata in modo significativo la percentuale di persone con Hiv che si è rivolta al loro centralino. Da marzo oltre il 40% delle richieste è stato relativo ai problemi posti dal Covid: difficoltà nell'accesso ai servizi dedicati, reperimento dei farmaci, rischi specifici Hiv/Coronavirus, chiarimenti sui Dpcm Covid e sui diritti in ambito lavorativo, sempre in relazione allo stato sierologico.

Nella sede di Cagliari sono quasi 200 le persone che da giugno a novembre hanno potuto fare il test rapido per Hiv, Hcv e Sifilide in 12 serate di apertura straordinaria. Per Giacomo Dessì, responsabile del progetto Cagliari Get Tested, c'è un sostanziale passo indietro nella prevenzione. Per questo da oggi la Lila lancia una nuova campagna di comunicazione, supportata dalla fondazione Sardegna Film Commission e dalla Società Umanitaria Cineteca Sarda: l'esordio sui canali social dell'associazione con Matteo Sedda, ballerino e coreografo, in un video del regista Giovanni Coda.

(Unioneonline/F)
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