Sono circa trecento gli agricoltori e i pastori che da stamattina stanno rallentando il traffico in entrata e in uscita dal molo Dogane del porto di Cagliari. Sono arrivati per lo più dal Medio Campidano, dal Sulcis e dall’hinterland cagliaritano per protestare contro le politiche comunitarie adottate e previste per il comparto agricolo. Alcune delle quali in discussione in questi giorni a Bruxelles. La maggior parte è arrivata in auto, soprattutto chi è venuto dall’entroterra, qualcun altro, invece, ha portato il trattore che utilizza ogni giorni nei campi. Sono una trentina quelli che con le bandiere dei Quattro mori bloccano la strada verso il molo, costringendo gli autisti a qualche manovra in più per accedere verso le navi. Più problematico l’ingresso per i tir in partenza, in coda in attesa di poter entrare al porto con una colonna di mezzi estesa sino al ponte de Sa Scafa, all’ingresso della città.

Uno di questi è stato anche adibito a carro funebre che porta una bara – vera – accompagnata dal necrologio “È morto il comparto agricolo”. Ci sono uomini e donne, ma anche famiglie intere, giovani che «temono di dover abbandonare la terra e le aziende messe in piedi dai loro nonni e dai loro padri». Tra questi anche diversi studenti dell’istituto “Duca degli Abruzzi” di Elmas, che hanno disertato le lezioni per «difendere il nostro futuro e il nostro lavoro», afferma Luca Pinna di Samassi. Durante mattinata c’è stato qualche momento di tensione con alcuni autotrasportatori che, arrivati dalla Penisola, si sono ritrovati la strada bloccata. Qualcuno – come Elia Pruner di Sestu -, invece, è sceso dal camion e ha mostrato la propria solidarietà ai manifestanti: «siamo tutti sulla stessa barca», ha detto l’uomo.

Adesso la situazione sembra più tranquilla, ma pastori e agricoltori sono intenzionati a restare. La rivolta iniziata in Francia e in Germania, è arrivata da qualche giorno anche in Italia, ma si sta estendendo in tutta Europa. «Protesteremo a oltranza, staremo qui almeno per cinque giorni fino a quando non avremo qualche segnale positivo e una risposta», annuncia Roberto Congia, referente del comitato “Riscatto agricolo”.

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