Il Dna ritrovato sul mozzicone di sigaretta non appartiene a nessuno dei tre indagati. E l'omicidio di Peppino Canu, il pensionato di Solanas morto un anno fa dopo un tentativo di rapina, è sempre più avvolto nel mistero. Per l'accusa sarebbero stati il nipote dell'anziano Ivan Gasparini e due suoi amici Michele Scintu e Massimo Simbula a entrare la notte del 1 febbraio nella casa di via Caboto a Solanas. Cercavano i risparmi della pensione, ma prima di rovistare in tutte le stanze avrebbero legato e imbavagliato l'84enne. E proprio mentre la banda cercava indisturbata il denaro, Peppino Canu sarebbe stato stroncato da un infarto. A quel punto i tre, forse disturbati da qualche rumore, sarebbero scappati dal retro e, attraversati i cortili delle case vicine, avrebbero fatto perdere le proprie tracce.

LE INDAGINI - Raccolti dai carabinieri vari indizi e impronte nella casa e nelle vicinanze di via Caboto, gli inquirenti avevano iscritto i nomi dei tre giovani sul registro degli indagati. Ma i ragazzi di Cabras, difesi dagli avvocati Mario Gusi, Gianfranco Congiu, Carlo Figus e Alessandro Enna, hanno sempre dichiarato di essere innocenti. E addirittura hanno fornito un alibi di ferro: quella sera erano lontani da Solanas, avevano trascorso la notte prima a Bosa e poi ad Alghero e Sassari. Gli inquirenti però hanno sempre nutrito forti dubbi sugli orari e sulla ricostruzione di quella serata, per la Procura quel giro notturno potrebbe essere iniziato anche dopo la rapina finita male. I REPERTI - Indagini lunghe, con le consulenze dei periti per capire se le tracce ritrovate nell'abitazione del pensionato potessero essere attribuite ai tre ragazzi, poco più che ventenni. Nel marzo scorso il primo verdetto del perito incaricato dal Tribunale. Per il consulente Ernesto D'Aloia (affiancato dai periti di parte Andrea Maludrottu e Stefano Gessa) le tracce biologiche ritrovate sui brandelli di tessuto e sulle fascette con le quali l'anziano era stato legato non erano compatibili con i profili genetici degli indagati. Oggi, davanti al Giudice delle udienze preliminari Francesco Alterio, le conclusioni del perito in merito alle ultime analisi sul mozzicone di sigaretta che era stato ritrovato nel giardino della villetta di Solanas. Anche stavolta non è stato trovato niente che sia riconducibile al nipote della vittima e ai suoiCabras amici. Adesso spetterà al pubblico ministero Marco Ulzega ricostruire il puzzle di quella tragica rapina e chiudere le indagini.

Valeria Pinna
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