Vino e terra, un binomio che la Sardegna è riuscita a interpretare magnificamente come riconosce lo stesso mercato internazionale.

La conferma arriva dagli stand delle cantine sarde presenti al Vinitaly dove buyer e visitatori chiedono sempre di più di degustare vini che parlino del mare, del sole, della storia e della terra sarda.

E in questo i vitigni autoctoni dell’Isola sono veri mattatori della scena. Non solo Cannonau e Carignano ma sempre di più Bovale, Cagnulari, Monica, per stare sui rossi. E poi i bianchi Nasco, Nuragus e Moscato. E infine il Vermentino che non è un autoctono sardo ma che, meglio di tutti i suoi fratelli sparsi in Ligura e in Toscana, sa raccontare la terra dove è nato.

Daniela Pinna, presidente del Consorzio di tutela del Vermentino di Gallura, parla di un prodotto unico: "È un vitigno che condividiamo con altre regioni ma che da noi esprime al meglio tutte le sue potenzialità. Il nostro Vermentino e il Vermentino di Gallura non ha uguali al mondo".
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