Strage a Nuoro: operaio forestale spara e uccide moglie e figlia, in fin di vita un figlio e un vicino - Gli aggiornamenti

25 settembre 2024 alle 13:48

Strage all’alba in via Ichnusa a Nuoro. L’operaio forestale Roberto Gleboni, 52 anni, ha sparato contro la sua famiglia, per poi proseguire con un vicino, nello stesso palazzo, e con l'anziana madre, in via Gonario Pinna. 

Tre le vittime accertate finora, compreso l’assassino che si è tolto la vita. Ma il bilancio potrebbe essere destinato a peggiorare. 

Gleboni, forse a seguito di una lite, ha prima ucciso la moglie Giusi Massetti, 43 anni, colpendola alla testa. Poi è andato nella camera dei tre figli ferendo a morte la più grande, Martina, di 26 anni. Il più piccolo, di soli 10 anni, è ricoverato in fin di vita al San Francesco di Nuoro: smentita, dopo alcune ore, la dichiarazione di morte cerebrale.

Raggiunto dalle pallottole anche l’altro figlio dell’uomo, di 14 anni: non è in pericolo di vita. 

Uscito dall'abitazione, sempre con l'arma in pugno, il cinquantaduenne si è imbattuto nel vicino, Paolo Sanna, 69 anni, che era uscito per riavviare il contatore saltato a causa del temporale: ha esploso dei colpi anche contro di lui. Il sessantanovenne è in Rianimazione all’ospedale di Nuoro. 

L’assassino ha agito mentre i familiari dormivano: è entrato nelle stanze e ha aperto il fuoco.

Gleboni ha poi lasciato la palazzina di via Ichnusa e, a bordo di una Punto, è andato a casa della madre, in via Gonario Pinna, ferendo a colpi di pistola, in maniera grave, anche lei.

Poi l’arrivo di polizia e carabinieri: l’uomo era morto, si era suicidato dopo aver rivolto l'arma contro di sé. La pistola, una semiautomatica, era regolarmente detenuta: è stata trovata accanto al corpo. 

Gli uomini del comando provinciale dei Carabinieri e della Questura di Nuoro stanno ricostruendo la dinamica dell'accaduto.
Le due vie dove è accaduta la strage sono state blindate dalle forze dell'ordine. Sul posto anche il magistrato di turno e il medico legale.

Ancora non chiaro il movente di questa terribile scia di sangue. 

Laurea dedicata al padre

Martina era laureata in Legge. Aveva dedicato il suo titolo alla madre e al padre, per il quale scriveva: «All’amore più grande della mia vita».

Il vicino

«Roberto? Una persona gentile e disponibile»: così il vicino di casa, Armando Lodi, descrive l’autore della strage che si è tolto la vita dopo aver sparato contro moglie e figli e aver esploso anche un colpo di pistola contro un vicino, prima di far lo stesso con la madre, in un’altra abitazione.   
QUI LA SUA TESTIMONIANZA