Nell'inferno di Mariupol, chi è rimasto lotta per sopravvivere

03 maggio 2022 alle 14:16

Dopo un assedio durato settimane, le forze separatiste russe e filo-Mosca hanno preso il controllo quasi completo di Mariupol nel Sud-Est dell'Ucraina. I giornalisti della France Presse sono potuti entrare in città qualche giorno fa con un tour per la stampa organizzato dalle forze russe e l'hanno trovata in gran parte tranquilla se non per il rimbombo delle esplosioni provenienti dalla direzione dell'acciaieria Azovstal, l'ultimo avamposto delle forze ucraine in cui ci sono ancora decine di civili rifugiati.

Gli abitanti di Mariupol che hanno vissuto per settimane nei sotterranei o chiusi in casa, ricominciano a uscire ma si trovano davanti una città devastata. Alcuni distretti sono completamenti rasi al suolo o carbonizzati dai bombardamenti. Mancano acqua corrente, gas, elettricità, rete di telefonia mobile, internet. E' caccia ai beni di prima necessità, si cerca di sopravvivere. Nel giorno in cui c'erano i giornalisti, è stata organizzata una distribuzione di aiuti alla popolazione.

"Si corre per trovare un punto di distribuzione dell'acqua. Dopo, dove distribuiscono il pane. Poi ci si mette in fila per prendere le razioni. Poi si cerca dove c'è la drogheria mobile. Si corre sempre", racconta Inna, parrucchiera. "All'inizio non c'erano corridoi umanitari - dice Kristina Burdiuk, farmacista - abbiamo cercato di andarcene. La gente è andata via in auto, gli hanno sparato".

"Stiamo pensando di trovare un lavoro: ci viene offerto per 32 mila rubli di smistare le macerie, portare fuori i cadaveri, gli uomini, di togliere le mine. In qualche modo stiamo cercando di sopravvivere". Intanto, un centinaio di civili ucraini, tra cui soprattutto donne, anziani e bambini sono stati evacuati dall'acciaieria di Azostal e sono riusciti ad arrivare a Zaporizhzhia.