Melancolia distopica, il Nobel ungherese che studiava Marai

09 ottobre 2025 alle 16:40
Milano, 9 ott. (askanews) - Uno scrittore venuto dalla Mitteleuropa che aveva perso gli Asburgo per stare nel blocco sovietico e che ha attraversato i terreni della guerra, della distopia e guardando spesso al misterioso fascino dell'Apocalisse, ma sempre da una prospettiva umana. Il Nobel per la letteratura 2025 è stato assegnato dal'Accademia di Svezia all'ungherese Laszlo Krasznahorkai, 71 enne autore di romanzi e racconti e già vincitore del Man Booker Prize International nel 2015 3 e del National Book Award per le opere tradotte nel 2019.Cresciuto in Ungheria, senza praticamente mai lasciare il Paese fino alla caduta del muro di Berlino, Krasznahorkai si è laureato a Budapest con una tesi sullo scrittore Sandor Marai, gigante sentimentale del Novecento ungherese. La passione per la narrazione li unisce, ma i libri del nuovo Premio Nobel sono considerati più impegnativi, spesso attraversati da una vena distopica e melanconica. Tra i suoi titoli più celebri, pubblicati anche in Italia da Bompiani, ci sono "Satantango" e "Melanconia della resistenza".