Legge Pratobello, il sindaco di Orgosolo: "Accantonata dal Consiglio regionale, un sopruso"
«Oggi siamo qui per comunicare ai sardi, soprattutto a quelli che hanno sottoscritto la proposta di Pratobello, che ancora siamo vivi e abbiamo intenzione di portare avanti la battaglia con forza». Così a Cagliari il sindaco di Orgosolo, Pasquale Mereu, padre della proposta di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 210mila persone, durante la conferenza stampa convocata dai comitati contro la speculazione energetica. Convocata, ha detto, «per fare il punto dopo che la conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale ha votato contro la procedura d'urgenza per la Pratobello che quindi seguirà un iter normale. Qualcuno dice "come qualsiasi altra legge" - ha aggiunto - ma questa non è una legge qualsiasi, è un testo voluto da tante persone, ora snobbato e messo all'angolo, come pensano di mettere all'angolo il movimento promotore. Ma noi non recederemo dall'impegno preso verso i sottoscrittori e porteremo avanti la lotta con metodi democratici per svegliare la classe politica regionale e nazionale». Insomma, «non ci facciamo illusioni, ma anche chi rema contro non pensi che abbandoneremo. La lotta la portiamo fino in fondo per rispetto dei firmatari».
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Maria Grazia Demontis, della Rete Gallura e l’avvocato Michele Zuddas. «Vogliamo chiarire alcuni punti emersi dal 2 ottobre, giorno della consegna delle firme - ha spiegato Zuddas - sinora hanno parlato solo i nostri oppositori, ci hanno detto che Pratobello è una legge incostituzionale, invece il testo si rifà all’articolo 3 (competenza esclusiva in materia urbanistica) dello Statuto che a sua volta è una legge costituzionale». Questa, ha aggiunto, «è una legge che non può essere trattata come una legge ordinaria proprio perché accompagnata da una mobilitazione senza precedenti in Sardegna, Italia e Europa». Per questo, ha sottolineato, «noi pretendiamo rispetto a chi si è impegnato e a chi ha sottoscritto la legge e chiediamo che vada al voto in Consiglio regionale e non nelle segrete stanze delle commissioni, lontano da occhi indiscreti. Lo scopo è quello di affossare la legge per renderla inefficace. Chiediamo che i capigruppo ci ripensino».
C’è anche un altro aspetto: «La Regione Marche ha chiesto una proroga dei termini del decreto legislativo 199, di 90 giorni, quindi non c’è neanche l’urgenza di approvare entro gennaio la legge sulle aree idonee». Questo dimostra, conclude Zuddas, «che c’è la volontà politica di mettere da parte la legge di Pratobello a favore di una legge che risponde ai diktat romani».