Il sogno di un’Isola zona franca sembra essersi dissolto nel mare della burocrazia. Un pasticcio tutto italiano che ha di fatto tagliato le gambe alle Zes, le Zone economiche speciali, che dovevano garantire incentivi fiscali alle imprese pronte a installarsi nelle zone più disagiate della Penisola per far fiorire nuove economie in territori che non sono mai riusciti ad attrarre investimenti.
Doccia gelata
Ma qualcosa non è andato secondo i piani. L’agenzia delle Entrate ha infatti ufficialmente diffuso le percentuali di credito d’imposta che le aziende potranno ricevere: il contributo inizialmente previsto del 60,33%, grazie ai fondi aggiunti in manovra, sale al 75%, ma solo previa istanza da inoltrare entro il prossimo 26 maggio. Per la Zes agricoltura le percentuali riconosciute dall’Agenzia, inizialmente fissate fino al 18,5% sono state innalzate al 58,6%.
Soglie comunque troppo basse, e tutt’altro che prevedibili, per convincere piccoli e grandi imprenditori a scommettere nel lungo periodo sulle Zone economiche speciali. «La definizione della percentuale spettante ha messo in difficoltà una grande parte delle imprese che avevano costruito piani di sviluppo confidando in un livello di agevolazione più elevato», ha spiegato Antonella Giachetti, presidente dell’Aidda, l’associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda. «Tuttavia, solo le aziende più solide dal punto di vista patrimoniale riescono a reggere l’impatto della riduzione del beneficio fiscale».
Storia travagliata
E pensare che le Zes sarebbero state la grande opportunità per la Sardegna, considerato che inizialmente, nel 2021, erano circoscritte a poche e aree industriali nelle quali sarebbero state garantite condizioni fiscali esclusive e per questo molto attraenti da piccole e grandi realtà imprenditoriali. Una condizione “speciale” che nel 2024 è stata però estesa a tutto il Mezzogiorno per poi essere ulteriormente allargata lo scorso novembre a Umbria e Marche. Una platea di beneficiari quindi ben più grande dei presupposti iniziali che ha praticamente azzerato i vantaggi per la Sardegna.
«La Zes non si sta dimostrando una misura incentivante», conferma Francesco Porcu, segretario regionale di Cna. «Una grande incompiuta che senza fondi sufficienti depotenzia decisamente i vantaggi promessi alle aziende».
Timori
Le stesse perplessità le condivide anche Giorgio Del Piano, presidente regionale di Confapi. «La paura, sempre più concreta, è che di queste agevolazioni fiscali possano beneficiarne in Sardegna solo le grandi aziende strutturate, magari straniere. Lasciando a quelle piccole solo le briciole. Siamo di fronte quindi a un’occasione sprecata, perché l’Isola avrebbe bisogno di un trattamento differente, non solo per le peculiarità geografiche. E le risorse aggiuntive stanziate in manovra dal Governo riescono a garantirlo solo in parte».
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