Il focus.

Zedda: «Non aumenteremo le tasse» 

Il sindaco illustra in Consiglio il bilancio di previsione da 533 milioni di euro 

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Il metodo Zedda ormai è rodato: portare in Consiglio il bilancio di previsione a metà dicembre e poi chiudere la partita entro la fine dell’anno, verosimilmente già prima di Natale. Il primo passaggio? Andato. Ieri il sindaco ha illustrato la Manovra per il 2026 che l’anno prossimo vale 533 milioni di euro. In questo modo l’amministrazione ottiene, come lo scorso anno, un successo: si garantisce da subito la possibilità di spendere le risorse per progetti per la città. Nessuno badi al fatto che la manovra vale poco più di mezzo miliardo: la cifra infatti è destinata a crescere perché non tiene conto (perché ancora non può farlo) delle risorse che al Comune arriveranno dalla legge di Stabilità nazionale, dalla Finanziaria regionale e dal Fondo pluriennale vincolato. Risorse che l’amministrazione incasserà man mano che arriveranno e metterà a bilancio con le variazioni: per capirsi, lo scorso anno il bilancio di previsione si era chiuso a 500 milioni, ma alla fine è arrivati a 780 milioni. Quest’anno, andrà allo stesso modo, forse anche persino meglio.

Le risorse

Il mantra è sempre lo stesso: non tagliare i servizi ai cittadini. Un sistema difficile da far quadrare perché il Comune sceglie di non sacrificare capitoli delicati come quello del Welfare a cui il dedica una delle voci di spesa più importanti: oltre 80 milioni per una Cagliari sempre più solidale che in soldoni significa 24 milioni di euro per le disabilità, 12 milioni per infanzia e minori, 25 milioni per i soggetti a rischio esclusione.

Nuove tasse per i cagliaritani non ce ne sono: a partire dall’addizionale Irpef che resta invariata (18 milioni per il 2026). Le uniche novità, introdotte da Roma, saranno gli scaglioni di reddito che passeranno da quattro a tre. «Come amministrazione, confermiamo l’agevolazione», cioè l’esenzione totale, «per coloro che dichiarano redditi che non superano i diecimila euro», spiega Zedda. Dunque, «tasse e tariffe restano invariate anche nel 2026», aggiunge.

Altre voci

Nel bilancio di previsione per il prossimo anno ci sono ancora 70 milioni per la Mobilità, 35 per lo Sport (di cui due terzi per lo stadio), quindi 13 milioni per la Cultura, solo per citare alcune delle voci più importanti. Il gioco dell’equilibrio comporta verificare che la coperta non sia corta. Pertanto, a fronte delle spese, servono delle entrate su cui contare. Per esempio quelle che arriveranno dalla tassa di soggiorno, 1,6 milioni nel 2026 e, se passerà la linea sull’aumento della tariffa (ed è abbastanza probabile che passi visto che ci sarebbe già una bozza di accordo con gli operatori del settore), diventeranno oltre tre milioni nel 2027. Ad aiutare le casse comunali sarà anche il fatto che l’amministrazione ha estinto tutti i mutui finora aperti e dall’anno prossimo l’indebitamento (pro-capite) sarà pari a zero. «La massa delle risorse manovrabile sarà utilizzata per assumere nuovo personale, quello è un intervento che dobbiamo fare», spiega il sindaco. Il funzionamento degli uffici, da tempo, è in sofferenza per “colpa” del dimensionamento del personale che ha “cancellato” in pochi anni quasi un migliaio di dipendenti. «È molto importante», ribadisce Zedda. «Se per assurdo vincessimo al Superenalotto, trattandosi di entrate straordinarie non potremmo destinarle per assumere personale. Per quello occorrono risorse certe». E quali sarebbero? La tasse. Ma dal momento che il Comune sceglie di non alzarle, la partita è un po’ più complicata.

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