La tragedia

Uccisi il regista Rob Reiner e la moglie, fermato il figlio  

Accoltellati nella loro villa a Los Angeles, violenta lite con il giovane tossicodipendente 

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Los Angeles. Shock e orrore a Los Angeles: il regista Rob Reiner e la moglie Michele Singer sono stati trovati morti in un lago di sangue nella loro villa di Los Angeles, apparentemente uccisi dal figlio Nick Reiner, arrestato dopo poche ore e formalmente accusato del duplice omicidio. A scoprire domenica sera i cadaveri dei genitori con le gole tagliate è stata Romy, la minore dei tre figli della coppia.

I protagonisti

Siamo a Hollywood e i comprimari di un cast da tragedia greca sono tutti personaggi famosi: Nick e Rob avevano avuto un violento litigio sabato sera al party di Natale del comico Conan O'Brien, il presentatore degli Oscar, e Rob, con Michele, aveva lasciato anzitempo la festa. Domenica poi, Larry David, per cui Rob aveva recitato in un ruolo cammeo nello show di Hbo Curb Your Enthusiasm è stato tra i primi a varcare i cordini di polizia entrando nella villa di Brentwood addobbata per le feste.

In lacrime, Billy Crystal è arrivato a casa Reiner accompagnato dalla moglie: i due erano rimasti amici dopo aver girato “Harry ti presento Sally”, la commedia romantica cult del 1989. Rob, si ricorda oggi, cambiò il finale facendo sposare i due protagonisti con la benedizione della sceneggiatrice Nora Ephron dopo aver avuto sul set il colpo di fulmine con Michele: di lì a poco era seguito il matrimonio nella vita.

Corale il cordoglio di attori e cineasti, ma anche del mondo politico Dem - tra i primi Barack Obama, la candidata presidenziale Kamala Harris e il governatore della California Gavin Newsom. Reiner era un Dem convinto che si era battuto per molteplici cause liberal, dai diritti di gay a quelli del voto, per la libertà di espressione, la sanità pubblica e il controllo delle armi: tutte posizioni che, post mortem, gli hanno attirato gli strali di Donald Trump.

Il post del presidente

«Reiner è morto a causa della rabbia che ha causato agli altri attraverso la sua grave, inflessibile e incurabile malattia, una malattia che debilita la mente nota come “sindrome da derangement di Trump”», ha scritto il presidente degli Stati Uniti su Truth: «Era noto per aver fatto impazzire la gente con la sua furiosa ossessione per Trump, con la sua evidente paranoia che ha raggiunto nuove vette mentre l'amministrazione Trump superava ogni obiettivo e aspettativa di grandezza, e con l'età d'oro dell'America alle porte, forse come mai prima».

Le parole del presidente sono sembrate «indifendibili» ad almeno due repubblicani: «Questa è una tragedia familiare, non una questione di politica o di nemici politici», ha detto Marjorie Taylor Greene che negli ultimi mesi è diventata sempre più critica del presidente, ma anche il collega Thomas Massie ha sfidato i compagni di partito a difendere commenti «inappropriati e irrispettosi su un uomo che è stato appena brutalmente ucciso».

Problemi familiari

Dietro il duplice delitto, ci sarebbe il dramma della droga. Da mesi Michele si lamentava che lei e il marito «avevano tentato tutto» per far uscire il loro figlio Nick dalle tossicodipendenze in cui era precipitato da adolescente. Più volte Nick aveva vissuto in strada tra i senzatetto, alternando lo stato di homeless a quello di figlio di famiglia dentro e fuori le cliniche per la disintossicazione.

I problemi familiari avevano ispirato Being Charlie , un film diretto da Rob e di cui Nick aveva scritto la sceneggiatura presentato nel 2015 al Festival di Toronto: Charlie è il figlio drogato di David, un affermato cineasta con la passione per la politica proprio come Rob, che si risente per come madre e padre lo obbligavano a chiudersi nelle comunità di recupero. La trama - hanno detto all'Hollywood Reporter parenti del regista - rifletteva da vicino le interazioni tra genitori Reiner e il loro secondogenito.

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