Dopo il conflitto lampo

Trump: in Iran i siti nucleari fusi come burro 

Il tycoon spinge per la tregua a Gaza e ostenta ottimismo su dazi e TikTok 

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Washington. Donald Trump torna a fare pressione su Benyamin Netanyahu perché chiuda un accordo sul ritorno degli ostaggi e il cessate il fuoco nella Striscia, colpita dai raid che l’Idf ha intensificato, con un bilancio di vittime che nelle scorse 24 ore ha superato quota 85 morti: una continua strage che stando al ministero della Salute di Hamas ha causato dal 7 ottobre del 2023 oltre 56.500 vittime.

«Stop al processo»

Washington torna a incalzare dopo che Trump venerdì aveva previsto che «entro una settimana» si sarebbe siglata un’intesa. Poi in un altro post il tycoon torna a chiedere l’annullamento del processo per corruzione contro il premier israeliano, che «in questo momento sta negoziando un accordo con Hamas, che includerà la restituzione degli ostaggi». Ma intanto, a una settimana dalla fine della guerra con Israele, non è sciolto il nodo delle capacità nucleari iraniane. Comunque Trump, ancora una volta, ha assicurato che i bombardamenti Usa sui siti sotterranei della Repubblica islamica sono stati decisivi per stroncare le ambizioni degli ayatollah. I raid sugli impianti di Fordow, Isfahan e Natanz, cuore dello sviluppo atomico iraniano, «hanno provocato danni definitivi», ha sottolineato Trump in un’intervista a Fox News. Fordow in particolare è stato distrutto «come se fosse burro puro», ha spiegato il presidente. Ora Teheran ha una chance: «Se riuscirà a essere pacifica revocherò le sanzioni».

Allarme tariffe

Sul fronte commerciale, intanto, Trump fa sapere che non serve prorogare la scadenza del 9 luglio sui dazi: l’amministrazione Usa «sta inviando lettere» ai circa 200 Paesi colpiti dalle misure. «Abbiamo fatto un accordo sui dazi con la Cina e con la Gran Bretagna, stiamo lavorando ad intese con tutti gli altri». Ma le tariffe faranno comunque danno, perché si combinerà con un mix di «vulnerabilità» pre-esistenti che già da sole creano rischi per la stabilità finanziaria e la sostenibilità del debito. A lanciare l'allarme è il Rapporto economico annuale della Banca dei regolamenti internazionali (Bri), l'istituzione di Basilea che serve da raccordo e coordinamento fra le banche centrali del mondo.

La piattaforma

L’unico elemento rassicurante arriva per i 170 milioni di Tiktokers americani. Dopo aver prorogato a settembre la scadenza per la vendita della piattaforma cinese a settembre, Trump ha annunciato di aver trovato un acquirente statunitense e che l’operazione potrebbe concludersi a breve con la benedizione del presidente Xi Jinping, evitandone così il bando della piattaforma dagli Stati Uniti.

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