Sono due i punti su cui ruoterebbe l’inchiesta della Procura per omicidio colposo aperta dopo la morte del quarantenne Michele Fuedda, di Pula, caduto da circa sei metri a seguito di un incidente sul lavoro nel cantiere della nuova Strada statale 195, all’altezza di Tanca Nissa, in territorio di Capoterra. Da una parte il fatto che l’operaio non fosse imbragato con la cintura di sicurezza obbligatoria che si dovrebbe usare quando si lavora sospesi nel vuoto, dall’altra l’assenza di una rete di protezione che avrebbe dovuto, in extremis, impedire la rovinosa caduta. Due aspetti su cui stanno lavorando gli investigatori dello Spresal incaricati dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia che ha ordinato l’autopsia sul corpo del 40enne, notificando anche l’iscrizione nel registro degli indagati al datore di lavoro dell’operaio: Emilio Picci, 74 anni, titolare dell’impresa per la quale lavorava Michele Fuedda.
L’inchiesta
Già nelle prossime ore il responsabile dell’Istituto di Medicina legale del Brotzu, il professor Roberto Demontis, si occuperà di verificare se l’operaio sia morto a causa della caduta. La famiglia Fuedda si è affidata all’avvocato Andrea Murreli che ha già fatto sapere che parteciperà all’autopsia con un proprio consulente di fiducia: il medico legale Matteo Nioi. Nelle prossime ore sarà possibile anche sapere chi difenderà l’imprenditore Picci, indagato esclusivamente per consentirgli di nominare un proprio esperto in vista dell’accertamento tecnico irripetibile. Nel frattempo proseguono le indagini oltre che dello Spresal, anche della Polizia locale di Capoterra e dei carabinieri.
Cantiere sequestrato
Ieri mattina, intanto, il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha convalidato il sequestro del cantiere disposto d’urgenza dai vigili urbani intervenuti subito dopo l’incidente. In un primo momento il fascicolo era stato aperto per lesioni, ma poi – giunta dall’ospedale la notizia del decesso del 40enne – la Procura ha modificato l’imputazione in omicidio colposo. Dopo l’incidente, Michele Fuedda era stato soccorso dal personale del 118 e trasferito d’urgenza in codice rosso al Brtozu con un elicottero. Le sue condizioni sono subito sembrate disperate ai soccorritori che hanno fatto di tutto per salvargli la vita. Purtroppo non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le lesioni riportate a seguito della caduta. A quel punto la Procura, dopo essere stata informata dalla Polizia Locale di Capoterra, ha inviato sul posto gli esperti dello Spresal della Asl (Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) che stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia.
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