Verona. Ha ucciso la sua ex compagna con «un numero imprecisato, ma comunque smisurato di coltellate». Poi, intorno alla mezzanotte, ha chiamato i carabinieri dicendo di volersi suicidare. In quel momento Reis Pedroso Douglas, 41 anni, brasiliano di origini, si trovava a Valeggio sul Mincio, nel Veronese, ma non ci ha messo molto a dire ai militari dell'Arma che a una ventina di chilometri, nella sua casa di Castelnuovo del Garda, ceduta alla donna, avrebbero trovato il corpo di Jessica Strappazzollo Custodio de Lima, otto anni più giovane, nata pure lei nel paese latinoamericano.
I dettagli
Nell'auto del 41enne c’era il coltello usato per compiere il femminicidio. Non è invece ancora stato trovato il braccialetto elettronico che l’assassino è riuscito a togliersi per aggirare il divieto di avvicinamento alla vittima. E quindi raggiungerla senza essere scoperto. La 33enne già in passato aveva denunciato l’ex, un vero e proprio aguzzino su cui pendeva una lista infinita di precedenti di violenza, tanto che il 17 settembre la Procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio.
Un’escalation
Nel corso delle indagini preliminari, lo scorso 21 aprile, Reis Pedroso era anche stato arrestato in flagrante: in quell'occasione buttò Jessica per terra per poi trascinarla sull’asfalto tirandola per i capelli. La colpì al volto con tre pugni, ripetutamente, ma anche servendosi della chiave della macchina. Da allora gli era stato vietato di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla donna e ai luoghi che lei frequentava e gli era stato applicato, quasi un mese dopo, il braccialetto elettronico. Il dispositivo, però, al momento del fermo era sparito e gli inquirenti indagano per capire dove e quando Reis Pedroso se ne sia disfatto. L'apparecchio consegnato invece alla donna per controllare l'uomo è stato rinvenuto nel garage della madre di lui, a Ponti sul Mincio.
Vita impossibile
Le violenze nei confronti di Jessica sono state commesse in un periodo che va almeno da agosto 2024 ad aprile 2025, ma la Procura contesta a Reis Pedroso pure violenze sessuali avvenute a dicembre nei confronti della sorella della vittima. Nella casa di Castelnuovo viveva pure una bambina che Jessica aveva avuto da una precedente relazione: su richiesta del padre, però, proprio a causa del clima familiare violento, alla donna era stato tolto l'affidamento della figlia.
L’appello
A lanciare l'allarme erano stati alcuni della donna che non rispondeva più a chiamate e messaggi. Il 41enne era noto per l'abuso di alcol e stupefacenti, ma anche per l'aggressività che lo aveva portato ad avere una violenta rissa con un conoscente. Sull'inefficacia del braccialetto elettronico è intervenuto il presidente del Veneto, Luca Zaia: «È necessario capire se le tecnologie attualmente in uso per la protezione delle donne sottoposte a minacce o a misure restrittive siano davvero efficaci e se possano essere ulteriormente migliorate e sviluppate, ad esempio con sistemi integrati ai telefoni cellulari delle vittime, in grado di fornire segnalazioni tempestive e tracciabilità continua in caso di manomissione o disattivazione del dispositivo».
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