La penultima giornata di andata del campionato di Serie D sembra tanto un assaggio del girone di ritorno, dove non ci saranno risultati scontati. Lo sa bene il Latte Dolce, sconfitto in trasferta dal fanalino di coda Cassino 2-0, ma anche l’Olbia, caduta con lo stesso punteggio sul campo dell’Anzio quartultimo.
Ha perso in casa 0-1 contro il Valmontone la Costa Orientale Sarda e così gli unici punti delle sarde li hanno conquistati il Budoni, fermato a domicilio sullo 0-0 dal Flaminia, e il Monastir, che ha strappato un soddisfacente 2-2 alla Nocerina terza forza del girone G a casa sua. La classifica però cambia molto (e male) solo per l’Olbia, scivolata verso la zona retrocessione, con i playout distanti una sola lunghezza. Sulla prestazione di domenica hanno inciso fattori fisici e mentali, legati all’incertezza della situazione societaria. È attesa entro giovedì la ricapitalizzazione per coprire le perdite della stagione 2023/24, pari a 1,9 milioni, condizione essenziale per evitare il tracollo e proseguire la trattativa per il cambio di proprietà con Romi Fuke.
Intanto l’allenatore Favarin attende rinforzi, alle prese sabato nel derby con la Cos con le assenze di Putzu, Cubeddu e Petrone per infortunio. Senza contare la fame dell’avversario: la sconfitta interna col Valmontone non è andata giù ai sarrabesi, che hanno chiuso la gara in dieci per l’espulsione del capitano Piredda e lamentano un calcio di rigore negato dall’arbitro. Per questo si presenteranno al Nespoli col dente avvelenato.
Discorso analogo per il Latte Dolce, che domenica affronterà il Budoni nell’altro derby della 17ª giornata ed è pronto a riscattarsi dopo il risultato shock maturato sul campo della cenerentola Cassino. Dal canto suo la squadra di Cerbone, quarta con 28 punti, vorrà tornare a vincere per archiviare il sorprendente pareggio col non irresistibile Flaminia.
Infine il Monastir, che si gode il pareggio con la “big” Nocerina e “vede” i playoff, a -3. «Questo risultato è motivo di grande orgoglio», sottolinea il tecnico Marcello Angheleddu, «l’obiettivo è dire la nostra e usare la categoria come trampolino per i ragazzi che stanno dimostrando di esserne all’altezza».
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