Al netto delle aree gestite da privati, nei parcheggi comunali (quasi sempre dati in appalto a società e cooperative) si spendono dai 5 ai 15 euro per lasciare l’auto una giornata intera. Ogni amministrazione decide per sè, e di anno in anno cambiano le zone sosta vicine alle spiagge più belle, gli stalli a pagamento aumentano, quelli gratuiti si riducono.
Prendiamo ad esempio una delle zone più frequentate dell’Isola, Arzachena: qui, par la macchina si paga 2,5 euro all’ora, la tariffa massima giornaliera è di 12,50 euro, al Grande e al Piccolo Pevero, a Romazzino a Capriccioli e in tutti gli altri lidi meno noti. Due ordinanze sono state firmate dal sindaco nei giorni scorsi per Capriccioli e Liscia Ruja: «Dal resoconto sui sopralluoghi effettuati dal comando di polizia locale è emersa la necessità di limitare l’accesso al promontorio di Capriccioli, consentendo l’ingresso nell'area sterrata ai soli mezzi di soccorso e di polizia in emergenza», dunque, «i bagnanti potranno sostare esclusivamente nel parcheggio asfaltato gestito dalla Geseco».
A San Teodoro, a La Cinta a luglio e ad agosto il parcheggio viene 2 euro all’ora, il massimo fino a sera è di 15 euro. A Budoni 1 euro all’ora, 6 per tutta la giornata.
«Cagliari è la punta dell’iceberg», avverte Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, «ma in tutti i Comuni dell’Isola crescono le tariffe e cresce la quantità di stalli a pagamento, con cui i Comuni fanno cassa, anche in parte per compensare i continui tagli ai trasferimenti dello Stato. In realtà è un prelievo forzato dalle tasche di cittadini e turisti, totalmente ingiustificato, perché in cambio non si ottiene nessun servizio».
Secondo il responsabile dell’associazione dei consumatori, «adesso si sta francamente esagerando, perché non si stanno rispettando le regole – infatti sono sempre di più le strisce blu nel centro città, e sono sempre di più vicino ai punti più belli vicino al mare. Inoltre, spesso non hanno neppure una delimitazione, i parcheggi a pagamento vengono realizzati negli sterrati, appunto, per incassare il più possibile. E anche il periodo si allunga: se prima si pagava a luglio e ad agosto, adesso si comincia a maggio e di va fino a ottobre».
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