I commenti.

Il Campo largo: «Qui per l’Europa» 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Budapest. «Non si possono vietare diritti e amore per legge». Con questa parola d’ordine il centrosinistra ha marciato per le strade di Budapest per un Pride colorato e festoso che ha spazzato via le cupe preoccupazioni della vigilia per il timore di incidenti con l’ultradestra magiara.

C’era anche un bel po’ d’Italia tra le 200 mila persone che hanno invaso il centro della capitale ungherese. C’era ovviamente l’opposizione italiana, in una sorta di campo largo extra territoriale che si è ritrovato unito in nome della libertà, dei diritti, delle minoranze ed anche, perchè no? dell’Unione europea. «Meloni e il suo governo sono fuori dalla storia», è stata la seconda parola d’ordine del centrosinistra che ha martellato sul silenzio totale della premier e del suo partito rispetto alla decisione di Viktor Orban di definire «illegale» il Pride ungherese. «Il silenzio del governo sul Pride e sui diritti non ci sorprende: è un silenzio che fa rumore», ha spiegato da Budapest per il Movimento 5 stelle Carolina Morace. Sui diritti si sciolgono le divergenze e lo dimostra l’abbraccio tra Carlo Calenda ed Elly Schlein poco prima di entrare nel corteo. Il leader di Azione ha spiegato di essere «in piazza a Budapest con oltre 70 parlamentari da tutta Europa, rappresentanti dei partiti popolari, liberali e social democratici per dire SÌ all’Europa dei diritti e NO all’Europa di Orban».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI