Il caso

Poetto, i bagni non bastano: «Pochi e sporchi» 

Servizi igienici inadeguati per il volume di presenze in estate. «Colpa anche dei maleducati» 

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Niente carta igienica e sapone, toilette alla turca, pavimenti sconnessi, pozzanghere, bagni fuori uso, docce promiscue e pulizia non sempre impeccabile. Per i bagni del Poetto di Cagliari si può dare di più. Le sette postazioni comunali, aperte dalle 7 alle 23, vanno da Marina Piccola allo stabilimento dell’Ottagono, e sono sistemate nei punti strategici dei circa quattro chilometri del lungomare. Non tutto può essere imputato a pecche dell’organizzazione comunale, qualcuno dopo averli utilizzati “dimentica” di tirare lo sciacquone, con effetti facilmente immaginabili. Situazioni non gradevoli che spingono i bagnanti a battere in ritirate nel mare del Golfo degli Angeli. Eppure ci vorrebbe poco per imitare la grandi capitale europee che garantiscono pagamenti elettronici, sistemi autopulenti e un euro per l’accesso. Così come non sarebbe male cercare di realizzarne altri per soddisfare le esigenze dei bagnanti della “Spiaggia dei centomila”.

Nle lungomare del Poetto non mancano le discariche abusive all’ingresso del porticciolo, i mastelli dei rifiuti lungo le passerelle dei chioschi e le distese di erbacce attorno ai servizi igienici.

Docce Unisex e odori

I servizi igienici di Marina Piccola, al Poetto, sono molto frequentati anche d’inverno durante le belle giornate. Chi li presidia deve anche controllare i 7 bagni pubblici sul lungomare. Tra l’ingresso e la postazione della Polizia Locale la cassetta del defibrillatore, vuota. L’interno è pulito, ma mancano per motivi inspiegabili la carta igienica e il sapone per le mani. La doccia, nella zona maschile è unisex, condivisa, come il servizio per i disabili. Tre sono i bagni per gli uomini e quattro per le signore, ma due sono fuori uso da tempo a causa degli scarichi rotti.

Il clima peggiora negli altri bagni comunali, non presidiati. Alla Prima fermata, di carta igienica e sapone neanche a parlarne. Gli odori, invece, sono molto penetranti, anche perché qualcuno, nel bagno degli uomini, non ha fatto scorrere l’acqua che invece defluisce copiosa dalle docce esterne formando un lago sabbioso molto insidioso, oltre che sgradevole. Stesso film nella postazione numero 4. va peggio nella successiva dove alla mancanza di prodotti per la toilette, si aggiungono assi rotte, scritte dei vandali negli spogliatoi e porte sconnesse. Le cose vanno leggermente meglio nella postazione numero 3, peccato che la struttura sia circondata da erbacce e mastelli dei rifiuti.

In spiaggia

Cristina Deidda, 63 anni, casalinga di Monserrato, con il marito è un’assidua frequentatrice della spiaggia libera alla Sesta fermata. E quando c’è necessità di andare in bagno? «I servizi igienici comunali più vicini sono stati ristrutturati di recente. La pulizia – aggiunge la donna – forse per la scarsa frequenza con la quale viene effettuata, non è delle migliori. Soprattutto le porte sono sporche. In sostanza, è solo un posto isolato dove fare i bisogni, manca tutto: è scandaloso che non siano a disposizione carta igienica e sapone». Articoli che sparirebbero in un decimo di secondo, ma non se ci fosse una vigilanza e una pulizia costante dei bagni del lungomare, che sarebbero certamente più ospitali.

Il programma

Luisa Giua Marassi è al vertice dell’assessorato che si occupa dell’Igiene pubblica. «Il Servizio, appena riceve la comunicazione di guasto o malfunzionamenti da parte dei cittadini o degli addetti alle pulizie, provvede tempestivamente alle riparazioni». I bagni fuori uso? «Abbiamo già provveduto a fare alcune sistemazioni e le altre sono in programma oggi. In un anno siamo riusciti a trovare le risorse per ristrutturare completamente 5 bagni su 7 che, lo ricordo, non sono stati oggetto di manutenzione negli ultimi anni». Però alcuni servizi igienici di Marina Piccola sono fuori uso da molto tempo. «Abbiamo dovuto rimandare la ristrutturazione alla fine della stagione per non doverli chiudere adesso. Provvederemo a fare delle modifiche interne per inserire le docce anche per le donne, una questione che ho sempre sollevato ben prima di far parte dell’amministrazione. Chiediamo – conclude l’assessora Giua Marassi – ancora un po’ di pazienza e collaborazione per preservare i nostri beni pubblici, gratuiti e parte del nostro bellissimo lungomare».

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