«La transizione energetica non può cancellare l’identità dei luoghi». Putifigari, poco più di 600 abitanti nell’entroterra algherese, ha scommesso con convinzione sulla valorizzazione della sua Domus de janas S’Incantu, considerandola come un elemento fondamentale per rilanciare il paese e attrarre finalmente turismo. Oggi però quella prospettiva rischia di svanire: l’arrivo di una multinazionale dell’energia fotovoltaica potrebbe cambiare per sempre il destino del territorio.
La sindaca
Giovani e anziani hanno captato il pericolo e ieri hanno affollato l’Auditorium di via Gramsci per comprendere la reale portata della situazione e, soprattutto, quali contromisure possono essere messe in campo. «Non posso certo combattere da sola, come amministratrice ho le armi spuntate», ha ammesso la sindaca Antonella Contini che ieri sera ha convocato un Consiglio comunale aperto per informare i suoi concittadini e chiedere sostegno nella difesa di un patrimonio che va oltre i confini comunali. «Il quadro normativo è complesso e in continua evoluzione, – ha proseguito Contini – in ogni caso noi porteremo avanti tutte le azioni possibili per difendere il nostro sito Unesco che rappresenta un vero volano della nostra economia». Accanto alla prima cittadina di Putifigari gli assessori regionali alla Cultura e agli Enti Locali, Ilaria Portas e Francesco Spanedda, il consigliere regionale Valdo Di Nolfo e l’archeologa Giuseppa Tanda, secondo cui l’Unesco potrebbe intervenire a difesa di un sito considerato patrimonio dell’Umanità e che si trova in pericolo. «Certo, perché nelle linee guida invita gli Stati della convenzione e, dunque anche l’Italia, a informarlo della loro intenzione di intraprendere o autorizzare, in un’area protetta, nuove costruzioni che potrebbero compromettere l’eccezionale valore universale del bene».
Il rischio
Per la professoressa Tanda, che ha promosso la candidatura del progetto “Arte e architettura nella preistoria della Sardegna”, è questa una delle possibili chiavi di volta per tutelare il patrimonio: coinvolgere direttamente l’Unesco. «Non è solo interesse di Putifigari o della Sardegna che il sito venga salvaguardato, – ha chiarito l’assessora Portas - ma anche dell’Italia che, quest’anno, grazie alla preistoria della Sardegna, vanta ben 61 siti Unesco. Essendo però un sito seriale, se ne salta uno salta l’intero riconoscimento». In sala anche i sindaci del territorio e i rappresentanti dei comitati di cittadini. «Si vuole perpetrare uno scempio, distruggere un patrimonio dell’umanità», ha sbottato Tiziana Meloni del comitato Nuova Resistenza Alghero, in rappresentanza anche del coordinamento Gallura: «Chiederemo al Comune di assumere delle decisioni importanti come il ricorso al Tar per l’illegittimità costituzionale del decreto Draghi». Dure le parole del consigliere regionale Valdo Di Nolfo. «Il Ministero sta scavalcando la volontà della Regione fregandosene di cosa pensano i sardi su questo tema. Abbiamo una legge sulle aree idonee che esiste ed è reale fino a che non si esprimerà la Corte Costituzionale e il Ministero dell’Ambiente dovrà prenderne atto, a meno che non pensi di avere poteri assoluti».
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