Un video fake, rilanciato sui social da Donald Trump, con un finto servizio giornalistico sulle intenzioni di Giorgia Meloni di strappare con l’Ue sui dazi e ridurre l’impegno dell’Italia per Kiev. Gli affondi del Pd che ha chiesto chiarimenti alla premier. E Palazzo Chigi che prova a smorzare le polemiche: i negoziati sui dazi sono una prerogativa di Bruxelles.
Se era un cortocircuito comunicativo, quello proveniente dagli Usa ha creato non poco rumore in Italia e una buona dose di imbarazzo ai piani alti del governo, nel giorno in cui l'esecutivo è diventato il terzo più longevo della storia della Repubblica. Il video è ancora sul profilo X LynneP, riconducibile all'attivista Maga Lynne Patton: parte come un servizio di telegiornale, con annuncio da breaking news e musica incalzante, e racconta che sui dazi, «dopo un incontro privato con Trump, Meloni ha detto che farà quello che è meglio per l'Italia, non per l'Ue».
E per di più, prosegue il servizio fake, la premier si dice pronta a «ridimensionare l'impegno per l'Ucraina». Frasi mai pronunciate dalla presidente del Consiglio. Ma il fatto che Trump sul suo social Truth abbia condiviso il video basta e avanza per generare sospetti. Anche perché sulla vicenda, per ore dal governo non è arrivata nessuna censura esplicita: né al video né alla mossa social del presidente americano.
Così le opposizioni attaccano. Il Pd a più voci chiede a Meloni di fare luce: «Non può far finta di nulla. Deve chiarire da che parte sta l'Italia e se è destinata a essere l'avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l'Unione europea che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà».
Interviene il senatore sardo dem Marco Meloni: «Non possiamo che sperare si tratti solo di una boutade: Giorgia Meloni chiarisca subito se le insinuazioni del presidente Usa corrispondono al vero e venga a riferire in Parlamento per ribadire con chiarezza che l’Italia resta saldamente ancorata al progetto europeo. Ogni ambiguità danneggia l’interesse nazionale e la credibilità internazionale del nostro Paese».
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