Scene da film a Gonnosfanadiga dove, dopo un inseguimento tra le vie del centro, sono scattate le manette per Alessio Labarbera, 26 anni, arrestato per la seconda volta in 48 ore con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Il giovane disoccupato, infatti, fermato il giorno prima dopo aver aggredito i familiari e per resistenza a pubblico ufficiale, era rientrato in paese solo da poche ore dopo il rito direttissimo: il giudice aveva stabilito l’obbligo di firma in caserma.
In escandescenze
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Gonnosfanadiga, intervenuti con i militari di San Gavino Monreale e Sardara, tornato a casa il 26enne avrebbe subito ricominciato a minacciare la madre e il fratello. Intimidazioni pesantissime dapprima solo nei confronti della donna: le avrebbe infatti rivolto minacce di morte, mentre, completamente fuori di sé, danneggiava mobili e suppellettili. La situazione sarebbe ulteriormente degenerata quando ha rivolto minacce anche nei confronti del fratello intervenuto in difesa della madre, dicendosi pronto a incendiargli l’auto parcheggiata vicino all’abitazione.
L’intervento
Dalle minacce il ventiseienne è passato in poco tempo ai fatti e avrebbe cosparso di benzina l’auto del fratello svuotando un’intera tanica. A quel punto i familiari, terrorizzati, hanno contattato il numero di emergenza 112 chiedendo un nuovo intervento. I carabinieri sono arrivati nel giro di pochi minuti. Vista l’auto dei militari, Alessio Labarbera è scappato, inseguito dai militari. Una fuga brevissima: in via Porru Bonelli è stato bloccato da due militari che lo hanno immobilizzato. Il giovane, armato di un bastone in ferro, ha tentato di divincolarsi, senza riuscirci. I carabinieri hanno poi recuperato anche la tanica piena di carburante e due accendini. Così, per la seconda volta nell’arco di poche ore, il ventiseienne è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Portato in caserma, è stato poi trasferito in carcere a Uta in attesa dell’udienza di convalida.
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