Si apre una frattura netta tra le marinerie algheresi sul futuro dell’Area marina protetta di Capo Caccia–Isola Piana. L’associazione dei pescatori "Riviera del Corallo" prende ufficialmente le distanze dal documento inviato alla Commissione e al Parco da altre associazioni che si dicono d’accordo nel prendere parte alle attività alternative al prelievo, come compensazione per la chiusura alla pesca della baia di Porto Conte. Tullio Esposito, rappresentante della associazione “Riviera del Corallo” che riunisce una quindicina di operatori che ancora pescano con l'antica tecnica dell’arpione, non intende far parte di questo progetto. «Vogliamo essere molto chiari: la nostra associazione è contraria a qualsiasi accordo che contempli la chiusura dell’Area marina protetta», afferma: «Non condividiamo le proposte avanzate dall’altro gruppo di pescatori e non siamo parte di quella linea».
La presa di distanza arriva in un momento di forte tensione. «Crediamo nella gestione sostenibile e siamo pronti al dialogo, ma senza scorciatoie che danneggerebbero tutta la comunità», tiene a precisare Esposito. «Massima disponibilità al dialogo e volontà di lavorare con tutte le realtà della pesca, tutelando tradizioni e attività sostenibili», la replica del presidente dell'Area marina Emiliano Orrù: «L’assenza di una posizione unitaria rende più complesso il percorso, ma continuiamo a impegnarci per superare le divisioni».
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