«Le piazze si sono riempite e le fabbriche svuotate». Così il segretario della Cgil Maurizio Landini a Firenze, dove ha partecipato alla manifestazione contro la manovra del governo. Mezzo milione le persone in piazza, di cui 100mila dichiarate dalla Cgil solo nel capoluogo toscano. Qualche disagio soprattutto per il trasporto pubblico, in particolare i treni. Scontato il balletto di cifre sull’adesione, con il sindacato che parla del 68% di astensioni e il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che inizialmente parla di un 20% di dipendenti pubblici in sciopero e poi attesta la partecipazione all'8,2%. «Dobbiamo far parlare il Paese reale: qui siamo ormai a un regime, ci raccontano un Paese che non c'è, che tutto va bene, tutto sta funzionando. Non è così», dice Landini.
La mobilitazione ha rinfocolato la polemica a distanza con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che aveva definito «irresponsabile» bloccare il Paese. «Noi stiamo facendo il nostro mestiere, quello che non fa Salvini», la replica del segretario della Cgil. «Salvini non era quello che nella campagna elettorale ha detto che avrebbero cancellato la Fornero se c’erano loro? Sono quelli che dicevano che bisognava aumentare i salari, in realtà stanno solo aumentando la rendita finanziaria, la rendita immobiliare, i profitti e stanno facendo condoni su condoni». Dal canto suo il vicepremier, che ieri ha visitato la centrale operativa delle Ferrovie dello Stato per verificare le ricadute dello sciopero, ha definito «incoraggianti» i dati sull'adesione, «con disagi limitati» e ha voluto «ringraziare personalmente le donne e gli uomini del gruppo Fs» che sono rimasti operativi.
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