Roma. Non è un'impennata, ma la curva dell'influenza sale ancora: la scorsa settimana, secondo la sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità, circa 695 mila italiani sono stati colpiti da infezioni respiratorie acute: 100mila in più rispetto ai sette giorni precedenti, per un totale di 4 milioni di casi dall’inizio della stagione. E la Sardegna, insieme a Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, è fra le Regioni più interessate.
L’aumento dei casi, spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie infettive dell’Iss, è «sostenuto ma coerente con l’andamento tipico del periodo». Il momento del picco, però, resta imprevedibile.L’incidenza settimanale è di 12,4 casi per mille abitanti, con i bambini sotto i 4 anni ancora una volta la fascia più colpita: 38 casi per mille, un tasso triplo rispetto alla popolazione generale.
I casi
Cresce la quota di infezioni attribuibili ai virus influenzali, responsabili oggi di circa un quarto dei casi totali. Tra essi domina il tipo A/H3N2. Particolare attenzione è rivolta a un nuovo ceppo, denominato K, emerso nell’emisfero Sud e capace di prolungare là la stagione influenzale di oltre un mese. Secondo uno studio su Eurosurveillance, la sua rapida diffusione in Australia e Nuova Zelanda lascia prevedere un’ulteriore espansione anche nell’inverno dell’emisfero Nord, con possibile aumento della pressione sui sistemi sanitari. Secondo Gianni Rezza (Università Vita-Salute San Raffaele) la scarsa circolazione di H3N2 negli anni recenti rende gran parte della popolazione – soprattutto i bambini – più suscettibile. Questo potrebbe favorire un aumento dei casi e un conseguente sovraccarico ospedaliero.
Per questo l’invito è a vaccinarsi al più presto, approfittando della “zona Cesarini” prima del pieno della stagione.
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